Carolyn Smith si definisce un “Vulcano“, ed è proprio questo che è venuto fuori dalla chiacchierata con lei. La coreografa si è infatti raccontata a Velvet Style, evidenziando la sua personalità energica e quel coraggio che ha trasmesso sin da subito mediante il piccolo schermo.
Giudice di Ballando con le Stelle ed ex ballerina, la Smith sta lottando da anni contro la malattia e lo sta facendo con quella forza che da sempre la contraddistingue. Ecco che hanno avuto così vita il progetto Sensual Dance Fit e l’associazione Dance for Oncology, un modo speciale per insegnare alle donne a non smettere di sognare.
Campionessa di danza, coreografa, personaggio televisivo. Sei tutto questo nel piccolo schermo, ma come ti definisci nel privato? Chi è Carolyn una volta spenti i riflettori?
Mi definisco un vulcano! Dico costantemente che ho bisogno di riposare, ma trovo sempre un buco per fare qualcosa di nuovo. Mi piace creare, fare, non stare ferma, altrimenti mi sento inutile. Ogni volta che mi sveglio ho sempre tantissime idee.
Ballando con le Stelle è stato un modo per raggiungere la popolarità anche in TV. Cosa rappresenta per te questo programma?
Faccio questo programma dal 2007, e all’inizio era per me una cosa completamente nuova. Sinceramente non volevo farlo, ma ho dovuto fare un compromesso con mia suocera. Lei voleva a tutti i costi che io andassi in tv perché voleva “vantarsi” con le sue amiche. Decisi così di fare un colloquio con Milly Carlucci e lei mi convinse a partecipare al talent in qualità di giudice. Ho imparato tantissimo durante questo percorso, e inizialmente pensavo che il mondo della televisione fosse più semplice. Mi sono poi resa conto che è totalmente un’altra cosa rispetto a quello che si guarda da casa.
Ho imparato tantissime cose e, più di tutto, la precisione nello svolgere questo lavoro. Milly è una grande professionista, e ha portato negli anni anche una grande evoluzione: all’inizio questo programma era infatti incentrato principalmente sui balli tradizionali, ma ora c’è tanta contaminazione di stili. E’ un percorso molto bello, e quello che mi rende più felice è vedere questi Vip che si approcciano a questa danza. Ho inoltre avuto la possibilità di entrare nelle case degli italiani, e loro mi hanno capito sin da subito sposando a pieno questo progetto.
Com’è invece lavorare con Milly Carlucci? Cosa ti ha insegnato lei più di tutto?
E’ una donna veramente eccezionale e molto professionale. Mi ha insegnato ad agire sempre con assoluta garbatezza, e a capire che qualsiasi situazione si può risolvere senza alzare la voce. La cosa più brutta che ho sentito dire da lei è “Accipicchia“. Nella realtà, è insomma esattamente la stessa persona che si vede in tv.
C’è qualche anticipazione che puoi farci sulla prossima edizione di Ballando?
Non so niente e non voglio sapere nulla. Sono sempre l’ultima che sa qualcosa, e voglio restare così. E’ per me sempre una sorpresa ad ogni edizione; vengo infatti a sapere chi sono i concorrenti del programma mediante i social oppure tramite giornali.
Sei ammirata da tutti per la tua forza e per il tuo coraggio, sul palco e nella vita privata. Chi o cosa ti dà l’ispirazione per trovare tutta questa energia che ti contraddistingue?
Sono sicuramente nata così, dato che mia madre mi ha sempre detto che sono un vulcano. Lei mi ha fatto approcciare alla danza per calmarmi ma ho avuto l’effetto contrario. Ho un carattere forte, e i miei genitori mi hanno dato un’ottima educazione su come affrontare determinate cose. La disciplina di mia madre e quella della danza mi hanno sicuramente aiutato ad essere la persona che sono oggi.
Carolyn Smith e la sua lotta contro la malattia: “Dopo la terapia ho ricominciato da zero”
Hai creato il progetto Sensual Dance Fit, che aiuta le donne a ritrovare la propria sensualità, eleganza e femminilità. Come nasce l’idea per questo progetto e quanto può aiutare la danza a raggiungere questa consapevolezza di sé?
Questo progetto è nato quando sono entrata nel reparto di oncologia nel 2015. Quello che ho sempre detto è: “Non c’è niente di scontato“. Quando ho iniziato a danzare, i miei genitori mi hanno subito dato la possibilità di studiare con l’insegnante giusta e per me è stata una normalità. Dopo tanti anni avevo già l’eccellenza nel mio corpo e, quando ha avuto inizio il mio percorso oncologico, i medici mi hanno avvisato che questa terapia mi avrebbe portato la pesantezza dei piedi e delle mani. La prima terapia mi ha quindi cancellato tutto quello che avevo fatto nella mia vita, ma ho cercato di andare avanti ugualmente. Da ottobre 2015 a maggio 2016 ho fatto la chemio, e poi la mastectomia e la radioterapia. Non è stato semplice riappropriarmi dell’utilizzo dei miei arti, ma ho capito che avrei dovuto fare qualcosa.
Sono andata in palestra ed è stato un disastro; ho così iniziato ad allenarmi a casa: con una sedia e davanti a uno specchio, ho ricominciato tutto da zero ed è diventata pian piano un’esigenza personale. Questo progetto è nato così, perché ho pensato che la danza avrebbe potuto aiutare qualsiasi persona. Ho sparso la voce nel mio paese, ed inizialmente eravamo in 26/27 donne: abbiamo fatto 4 mesi di test insieme e lì abbiamo scoperto qualcosa di totalmente diverso da quello che avevo pensato. Non era il discorso della sensualità, ma era il riscoprirsi, la fragilità, l’accettare sé stessi. Questo progetto è nato mediante semplici passi di danza, una sedia allo specchio, la musica. Mentalmente facciamo una pausa e, per una o due ore, non pensiamo ai problemi ma a noi stessi e alla relazione che abbiamo con il nostro corpo.
In questi mesi hai ufficializzato l’associazione Dance for Oncology, finalizzata a sensibilizzare la danza terapeutica. In cosa consiste e quali sono le attività che realizzate?
Questa associazione è nata prima del Progetto Sensual Dance Fit, perché pensavo a tutte le donne che stanno facendo lo stesso mio percorso oncologico. Sapevo che anche un piccolo movimento avrebbe aiutato coloro che stanno lottando contro una malattia, e che la danza avrebbe aiutato tanto in questo. Ho capito che avrei dovuto fare qualcosa per le persone che stanno facendo chemioterapia: ci sono giorni in cui si sta bene e altri in cui si sente più malessere. Ho così insegnato a tante donne che alcuni movimenti armoniosi e meno impegnativi possono portare sensazioni di benessere.
Futuri progetti?
Io non mi fermo mai. Abbiamo anche lanciato I am woman first: si tratta di alcune maglie che possono essere indossate da qualsiasi persona di qualsiasi età. Sto anche lanciando una linea di gioielli in argento con orecchini, collane o anelli. Ho inoltre già in mente un altro libro, che penso di scrivere presto.