I sandali alla schiava tornano di moda ogni estate: vediamo come allacciarli correttamente e soprattutto come abbinarli.
Parliamo di una delle calzature più antiche della storia della moda globale. Il sandalo nasce nell’antico Egitto, per poi diffondersi nella Grecia e nell’Impero Romano. I faraoni lo indossavano come accessorio sacro, in quanto permetteva al sovrano di entrare in contatto con la terra sulla quale egli stesso regnava per volontà divina. Il discorso è diverso in riferimento alla civiltà greco-romana: in questo caso, il sandalo possedeva un connotato pressoché umile, poiché indossato dalle schiave aristocratiche e dai gladiatori, ma anche dai soldati destinati alla battaglia.
Attraversò così i secoli, grazie al comfort e soprattutto alla sua praticità. Tuttavia, dovremo aspettare il XIX secolo prima di vederlo indosso a dei comuni cittadini. L’idea nacque dalla mente anticonformista di Edward Carpenter, il quale lo percepì come accessorio perfetto per combattere la realtà britannica borghese e bigotta dell’epoca. Carpenter – fervente vegetariano, attento ai diritti degli omosessuali – decise di indossare il sandalo come calzatura principale, trasformandolo in un vero e proprio strumento di contrasto della società dell’epoca.
Nel 1946, un architetto austriaco produsse la medesima idea. Bernard Rudofsky affrontò il tema del “godimento della scomodità”, denunciando i design contemporanei poiché considerati fondamentalmente disumani. Secondo il pensatore infatti, i capi di abbigliamento e le calzature in voga non abbracciavano delicatamente il corpo umano, bensì lo imprigionavano. Al contrario, il sandalo rispetta perfettamente l’anatomia del piede, senza reprimerlo in tessuti rigidi ed incredibilmente scomodi.
Nei primi anni ’50, spopolarono finalmente i modelli alla schiava, resi famosi dall’eleganza e fascino dell’attrice francese Brigitte Bardot. Da quel momento, i più grandi stilisti internazionali (italiani inclusi) realizzarono una linea di calzature comode, pensate sia per il genere femminile che per il genere maschile. Dopo oltre settant’anni, i sandali alla schiava conquistano ancora l’attenzione della clientela mondiale.
Abbiamo citato precedentemente l’iconica attrice francese Brigitte Bardot, non possiamo dunque dimenticarci della talentuosa ed eterna Sophia Loren. Nell’immagine, l’attrice indossa proprio la fantomatica calzatura alla schiava: la foto è stata scattata sul set di La donna del fiume di Mario Soldati. Ci troviamo dunque nel 1955, anni in cui i sandali alla schiava si trasformarono in un vero e proprio accessorio must have, simbolo di femminilità e sensualità.
Prima ancora della Loren, la stessa Audrey Hepburn apprezzò la bellezza di questo modello di calzature. Nel 1953 debuttò uno dei più grandi capolavori della storia del cinema. Roman Holiday (conosciuto in Italia come Vacanze Romane) racconta la storia di una graziosa e impulsiva principessa che assorbe a tal punto la cultura italiana da modificare progressivamente il suo aspetto. Anna si taglia dunque i capelli, indossa una camicia di lino bianco ed una gonna beige, scegliendo infine di sfoggiare l’iconico sandalo alla schiava romano.
Per poter costruire un look adatto ai sandali alla schiava è sufficiente osservare le nostre amate vip, che da sempre ci offrono diversi spunti di ispirazione per i nostri outfit. In particolare, è possibile trovare in commercio tre modelli must-have, sfoggiati in questo caso dall’attrice statunitense Zendaya ed infine da Belen Rodriguez ed Alessia Marcuzzi.
Questi sono solo alcuni dei modelli più apprezzati dai volti del mondo dello spettacolo. Esistono anche versioni più audaci che contemplano borchie e design più spessi, oppure forme simili a quelle indossate da Alessia Marcuzzi di color argento, rosa, oro e così via. Essendo un accessorio particolarmente amato, le aziende di moda hanno realizzato delle linee pensate per soddisfare le esigenze più particolari della clientela.
I sandali alla schiava presentano un problema molto comune: i lacci possono cedere se non intrecciati correttamente. In primo luogo, è importante partire dal retro della caviglia, per poi creare una sorta di X. A questo proposito, vi mostriamo un tutorial utile ad intuire l’errore più comune: i due lacci infatti vanno intrecciati tra loro, in modo che mantengano la forma anche in situazioni di movimento.
In alternativa, potete semplicemente ricreare l’intreccio più in basso, prima del polpaccio. In questo modo, il tessuto non sarà sottoposto eccessivamente alle vibrazioni di movimento e quindi cederanno meno frequentemente.
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