Govanni Allevi è tornato a parlare della sua malattia e ha raccontato l’evoluzione della stessa e il suo modo di affrontarla.
Il compositore, in un toccante messaggio su Instagram, ha raccontato di dedicare tempo ogni giorno alla meditazione per ringraziare il Creato e anche per essere in pace con la sua condizione del momento.
Allevi ha 54 anni e lotta ormai già da tempo con un mieloma di cui aveva dato notizia solo nel giugno dello scorso anno quando aveva comunicato in un post la sconvolgente realtà.
Giovanni Allevi e la sua dura battaglia
Giovanni Allevi sta combattendo con le sue energie contro una situazione molto complessa e anche dolorosa. Un anno fa quando aveva parlato della sua condizione aveva anche spiegato che erano presenti fratture ossee che non era possibile operare e che questo avrebbe di fatto invalidato la possibilità di continuare a suonare.
Uno stop alla musica molto triste per un artista del suo calibro. Oggi si mostra in tutta la sua verità, il primo post di questo tipo tipo dopo l’annuncio delle sue condizioni, seguito da un precedente scatto di aprile in cui la malattia non era progredita come oggi. Chiaramente si nota dal corpo e anche dal viso che non è in buona salute, ma al tempo stesso che non molla, e sta facendo di tutto per resistere ma soprattutto per avere lo spirito di farlo, cosa forse ancor più difficile.
Mieloma: che cos’è la patologia di cui soffre Allevi
Giovanni Allevi è affetto da mieloma multiplo, si tratta di un tumore maligno che origina nel midollo osseo e si manifesta con dolore alle ossa. Questa neoplasia colpisce anche le cellule del sistema immunitario e quindi progressivamente crea un danno non solo alle ossa ma anche ai tessuti e agli organi. Ne sono affette principalmente persone oltre i 50 anni. Quando si verifica una proliferazione nel midollo osseo di clone plasmacellulare anomalo, siamo in presenza della patologia. Queste cellule appartengono comunemente al sistema immunitario ma improvvisamente hanno un deficit che porta ad una maggiore maturazione di linfociti B e anticorpi, che comunemente servono contro le infezioni.
Con la mutazione tumorale c’è una grande quantità di immunoglobulina che causa problemi ai reni e agli altri organi. La crescita si riversa anche su altri parametri del sangue e inizia così a sballare l’intero funzionamento determinando anemia, disturbi della coagulazione e portando alla distruzione del tessuto osseo. Viene diagnosticato attraverso esami del sangue appositi, la malattia può essere gestita con chemioterapia, inibitori, farmaci, trapianto e steroidi.
Le cause sono sconosciute in gran parte, sicuramente l’incidenza aumenta per color che sono esposti a radiazioni o particolari sostanze come derivati del petrolio e pesticidi. Sono però fondamentali in questo caso i fattori genetici. Esordisce solitamente dopo i cinquanta ma può arrivare anche prima, i segni possono variare ma tendenzialmente le persone accusano dolore alle ossa. Molti non hanno alcun sintomo fino a quando la situazione non degenera.
Sintomi e cure del tumore
Nel 70% dei pazienti c’è il dolore alle ossa, il sintomo più comune, soprattutto alla schiena con una modalità molto acuta e fastidiosa che tuttavia viene però confusa con un classico mal di schiena. La massa ossea con la malattia si riduce nel tempo, quindi vengono alterate le strutture adiacenti come le vertebre. Progressivamente si formano delle macchie bucherellate, come se l’osso fosse simile ad una spugna. Un altro elemento che denota la presenza del tumore è l’ipercalcemia ovvero un elevato valore di calcio nel sangue che può essere connesso a sete eccesiva, nausea, perdita di appetito, confusione.
Anche l’insufficienza renale è tra i fattori che insorgono in questo caso, quando ci sono degli alti valori di immunoglobuline possono esserci delle lesioni. L’anemia è tra questi, con la carenza di globuli rossi, la mancata produzione di cellule ematiche e l’astenia. In presenza di questo tumore aumentano le infezioni come polmonite, sinusite, problemi alla vescica e anche alterazioni dell’emostasi con una carenza di piastrine e problemi di coagulazione.
Ci sono anche sindromi neurologiche come quella del tunnel carpale o di altri nervi e l’incremento di disturbi neurologici. Il medico può effettuare una diagnosi solo con le analisi del sangue o richiede altri elementi quando non è particolarmente manifesta. La malattia viene classificata in tre stadi, per quanto riguarda il trattamento l’obiettivo in caso di mieloma multiplo è ridurre la popolazione clonale. Viene quindi soprattutto effettuato autotrapianto con cellule staminali, trattamento con chemioterapia, farmaci di supporto.
È una malattia molto complessa ma negli ultimi anni la sopravvivenza è quintuplicata, passando dall’aspettativa di 2 anni ai 10 anni ed è destinata a crescere nel tempo grazie alle terapie. Il problema è che questa patologia tende a recidivare anche quando viene trattata, ogni anno in Italia si stimano 6000 nuovi casi, di cui in leggera superiorità per gli uomini. In 5 anni l’aumento dei casi è stato del 9%, nel 90% delle persone c’è la recidiva ma le nuove terapie stanno aprendo nuove strade fondamentali per il futuro.