La principessa Anna è finita su tutti i giornali per aver deciso di avallare una usanza antichissima della Royal family.
La seconda figlia della regina Elisabetta e di Filippo di Edimburgo, e com’è noto sorella minore di Re Carlo, si trova alla posizione numero diciassette della linea di successione al trono del Regno Unito: un po’ troppo lontana, al di là di tutto, per vederla un giorno con la corona. Ma non si può negare che somiglia molto, se non altro nei tratti del viso, alla sua defunta madre.
Lady Anna, molto amata dai sudditi, classe 1950, è stata sempre fedele alla Corona e ha vissuto il suo essere principessa, unica figlia femmina di Elisabetta II, senza esporsi troppo, ma impegnandosi molto. È patrona infatti di 200 organizzazioni di beneficenza ed ha all’attivo ben 500 incarichi ufficiali per conto della madre. Di lei spicca l’amore per i cavalli e il suo talento equestre. È anche il primo membro della famiglia reale inglese ad aver partecipato ai Giochi Olimpici.
Così come Carlo, anche la principessa Anna è stata cresciuta dalla governante Catherine Peebles, fino all’età di 13 anni, quando dovette iniziare gli studi alla Benenden School. Forse non tutti sanno che agli inizi degli anni Settanta su di lei circolò il gossip della sua frequentazione con lo scudiero della regina, Andrew Parker Bowles che poi diventò il marito di Camilla Shand, oggi moglie del fratello Carlo, nonché regina.
Proteggere il monarca
Il 14 novembre del 1973 la principessa Anna sposò Mark Phillips, il figlio del maggiore Peter William Garside Phillips e di Anne Patricia Tiarks. Fu il tipico matrimonio regale celebrato in pompa magna nell’ Abbazia di Westminster, seguito in mondo visione con un pubblico di circa 100 milioni di persone.
Tuttavia qualche anno più tardi, nel 1989 la coppia decise di separarsi, ma il divorzio fu compiuto solo il 23 aprile 1992 con grande dolore della regina Elisabetta. La sorella di Carlo III è madre di due figli avuti da Phillips, Peter nato nel 1977 e Zara classe 1981: i primi in assoluto, tra i nipoti di un sovrano britannico a non portare il titolo nobiliare. Il motivo? Il loro padre non aveva alcun titolo e oltretutto rifiutò quello di marchese che gli era stato offerto dalla regina. Anna si è sposata una seconda volta l’anno del suo divorzio, presso il castello di Balmoral, con il comandante della Royal Navy Timothy Laurence, il quale così come l’altro marito non ha ricevuto alcun titolo nobiliare.
La principessa Anna ha spiccato alla processione dell’Incoronazione di suo fratello Carlo, arrivando in divisa a cavallo, e seguendo la carrozza del re e della regina Camilla sotto la pioggia incessante. “Ho detto subito di sì” ha rivelato Anne in una rara intervista concessa all’emittente canadese CBC. “Almeno cosi non devo preoccuparmi di cosa indossare”. Il suo ruolo ufficiale durante le celebrazioni è stato, infatti, quello di proteggere il nuovo monarca, dimostrazione quanto sia apprezzata a corte la secondogenita di Elisabetta II, da tempo indicata come il braccio destro di Carlo. Ma ciò non ha impedito ad Anna di rifilare qualche frecciatina al fratello.
L’opinione sulla monarchia “snellita”
Il re ha trascorso più di 70 anni come erede apparente di sua madre, più a lungo di chiunque altro nella storia britannica, e negli ultimi anni la rappresentò spesso negli impegni ufficiali. In un’intervista al St James’s Palace, Anna ha detto: “Sa cosa sta ricevendo perché si è esercitato per un po’ e non credo che cambierà.
Discutendo del ruolo futuro del resto della famiglia, la principessa ha detto che il monarca è la figura “chiave” e che “noi… ci vediamo lì per sostenere quel ruolo”. Poco tempo fa girava la notizia che il re intendeva ridurre il numero di reali che lavorano e le dimensioni del suo personale, al fine di ridurre i costi dell’istituzione. Alla domanda sull’idea di una monarchia “snellita”, la principessa Anna ha detto che era stata originariamente proposta “quando c’erano poche persone in più in giro”. Ma su questo punto è stata chiara: “Non sembra una buona idea da dove mi trovo, direi. Non sono del tutto sicura di cos’altro possiamo fare”, ha detto.
Insomma, alla fine non si vedono grossi cambiamenti della monarchia, ma non si può di certo dire che non ci siano novità. Con il passare del tempo molte usanze e tradizioni si sono dovute adeguare al presente, un vero cruccio per Elisabetta II, ora passato nelle mani di re Carlo. Ed è proprio la “mano” il focus della netta decisione di Anna.
La principessa Anna non vuole cambiare
Se Re Carlo e suo figlio William hanno preso a cuore l’attenzione all’ambiente e Kate si fa portavoce del riciclo nel mondo della moda, la principessa Anna, ha fatto sua un’usanza su cui non transige assolutamente.
Chi ha mai visto la principessa stringere la mano a qualcuno? Di fatto è vietato farlo per i membri reali, ma la tradizione è antichissima. Tuttavia, Anna ha deciso di prendere alla lettera questa usanza arcaica e di applicarla senza esitazioni, traendone un vantaggio per niente scontato. “La teoria era che non avremmo potuto stringere le mani a tutti, quindi meglio non iniziare proprio. Io mi attengo a quello, ma vedo che gli altri non lo fanno” ha commentato la principessa in un ‘intervista riferendosi a William e a Kate, che non si sono mai sottratti, durante le loro passeggiate, alle strette di mano e ai sorrisi, persino ai selfie, con il popolo britannico.
“Mi sembra che sia diventato un esercizio di stretta di mano, piuttosto che una passeggiata, se capite cosa intendo”, ha chiosato la principessa, che si trova contraria anche sull’argomento selfie, dicendo che se già i telefoni sono abbastanza brutti, gli IPad non lasciano neanche intravedere le teste delle persone con cui stai parlando. “Perché le persone non credono di aver vissuto davvero un evento a meno che non abbiano scattato delle fotografie. Anche quando sei proprio di fronte a loro”. Insomma, forse la principessa Anna non ha tutti i torti. Quest’ossessiva corsa al selfie forse è anche un tantino esagerata. E se la stretta di mano comunque proviene dal passato, attenendosi all’usanza, Anna non fa che mirare ad una praticità che non guasta.