Una credenza popolare invita a non mangiare cozze e frutti di mare nei mesi con la R, permettendo di identificare il periodo migliore.
Pur essendo di fatto una sorta di tradizione locale, l’abitudine di non mangiare le cozze nei mesi con la R è legata comunque a motivi ben precisi. Soprattutto per le località marine dove questi prodotti venivano largamente consumati e dove, ancora oggi, sono una specialità locale molto amata, consumare questi molluschi in alcuni mesi anziché altri è fondamentale.
In generale, secondo quanto riportato dalla credenza, non andrebbero mangiate le cozze nei mesi con la R che sono anche quelli più freddi che coincidono quindi con l’inverno.
Cozze: pregi e pericoli di questo alimento
Le cozze sono un prodotto molto amato, soprattutto da chi degusta con piacere il pesce, tuttavia sono anche qualcosa di pericoloso a cui prestare molta attenzione.
Trattandosi di un prodotto filtrante, le cozze sono un alimento ad alto rischio se non trattato e cucinato nel modo giusto. Possono portare ad epatite, colera e altre malattie oltre a disturbi gastrointestinali. Crescono in mare ma anche nei fiumi, in modo particolare in punti ad alto tasso di inquinamento. Quindi, tutte le tossine che passano al loro interno, sono poi assorbite dal frutto e quindi successivamente mangiate dalla persona.
Le acque di scarico che finiscono al loro interno quindi sono contaminate e mangiare le cozze può essere un pericolo per la salute. Il consiglio popolare su quando consumarle è, però, legato ad un fattore di gusto, per assaporarle quindi al meglio e nel momento migliore. Anche in questo caso, ovviamente, bisogna fare sempre attenzione per i rischi legati alla salute.
Quando non vanno mai mangiate le cozze
Le cozze in inverno sono da evitare, non è solo una questione di “credenza” in realtà ma un dato di fatto legato soprattutto al sapore. Il periodo migliore per poterle mangiare è tra maggio ed agosto, mesi in cui non è presente alcuna R.
Nei mesi autunnali infatti le cozze si riproducono. E pescarle in quel momento vorrebbe dire mangiare il frutto interno quando la carne non è buona. Quando, quindi, è molto stressata. Tendenzialmente, considerando anche le temperature marine del periodo invernale, le cozze che si possono reperire nei mesi con la R sono pertanto di importazione, non vengono quindi dal Mediterraneo.
Secondo altre credenze invece, i frutti di mare andrebbero proprio consumati nei mesi con la R. Quindi, una tradizione completamente differente. In questo periodo, che va da settembre ad aprile, nel tempo si consumavano le cozze crude perché ritenute “grasse” a causa della riproduzione che sarebbe avvenuta successivamente e quindi più buone. Per le vongole invece molto dipende dalla specie di cui si parla, non è sempre uguale e dipende dal periodo ma anche dalla tipologia, alcune sono ottimali in inverno, altre in estate.
Le credenze però, anche se ancora oggi hanno un lungo seguito, sono legate soprattutto ad un periodo della vita in cui c’era l’abitudine diffusa di mangiare pesce e crostacei senza cottura. Oggi è altamente sconsigliato di mangiare le cozze crude perché può risultare particolarmente pericoloso.
Le cozze sono un prodotto altamente filtrante, vuol dire che il loro gusto è dato proprio dalla sporcizia che transita al loro interno. Anche se questo conferisce sapore, è anche pericoloso perché all’interno della cozza possono esserci agenti patogeni di ogni tipo e non è quindi una buona idea.
La soluzione migliore è cuocere le cozze ad almeno 100 gradi. Attenzione, però: per pulire non è sufficiente adoperare del semplice limone. Questo, infatti, non è altro che un condimento che non può servire da purificatore. L’unica soluzione è mettere le cozze sul fuoco, riempire una padella per farle schiudere e portarle ad una temperatura molto elevata. Oppure anche in forno quando si preparano determinati piatti.
Quando si acquista il prodotto bisogna inoltre sempre verificare che si tratti di un prodotto CEE. Quindi leggere con attenzione le indicazioni. Se invece è venduto sfuso, come avviene in alcune parti di Italia, è necessario conoscere i dettagli. Oltre a cuocere le cozze è fondamentale, prima di mangiarle, procedere per eliminare la barbetta e gli elementi esterni. I mitili non sono una specialità solo italiana, sono allevati in altri Paesi come le coste della Bretagna, tuttavia possono risultare diversi in base al fondale marino. Sicuramente quelle di allevamento sono più pulite ma questo ne compromette anche il gusto, quindi non sempre è una buona idea. La cosa essenziale però è procedere previa cottura al fine di scongiurare ogni pericolo e mangiarle in sicurezza.