Da settembre arriverà il via al nuovo Reddito di cittadinanza, un beneficio economico a sostegno della formazione e del lavoro.
Il sussidio, come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi, non esiste più. Al momento viene erogato solo per gli over 60, per le famiglie con soggetti disabili nel nucleo o bambini. Tutta la popolazione che beneficiava del bonus ma che risulta occupabile, continuerà a ricevere l’ammontare fino a gennaio, quando scatterà l’Assegno di Inclusione.
Cambiamenti importanti che segnano la chiusura di un certo tipo di reddito e intraprendono una nuova strada, con due vie parallele ma differenziate su cui è fondamentale fare chiarezza.
La legge di bilancio 2023 ha posto fine al Reddito di cittadinanza, introducendo due nuovi strumenti per il sostegno economico delle famiglie in difficoltà. La grande differenziazione viene fatta tra coloro che sono occupabili e quindi hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni e godono di condizioni di salute adeguate e coloro che invece non sono occupabili quindi over 60, disabili, famiglie con minori a carico.
Il nuovo stanziamento finanziario è destinato quindi da un lato al Supporto per la formazione e il lavoro, beneficio per gli occupabili, dall’altro per l’Assegno di inclusione, previsto invece per coloro che non possono lavorare. Il decreto lavoro n.48 segna l’avvio di un nuovo beneficio economico.
Il primo grande cambiamento è relativo alla durata, il Reddito non aveva un termine, veniva percepito infatti solo con lo stop di un mese e poi iniziava nuovamente per altri 18 mesi senza sosta. Il nuovo sussidio destinato a coloro che sono occupabili sarà limitato, quindi a scadenza.
A partire da settembre 2023 coloro che sono occupabili, per ricevere il contributo economico, saranno posti a una serie di requisiti stringenti da portare avanti nel tempo. Dovranno essere inseriti in un percorso di formazione professionale per almeno sei mesi, laddove ciò non avvenga, il beneficio decadrà immediatamente. I beneficiari tra i 18 e i 29 anni che non hanno completato gli studi sono vincolati a seguire un percorso di istruzione di primo livello. I percettori che possono lavorare saranno impiegati dai comuni per la pubblica utilità. Laddove si abbia un lavoro fino a 3 mila euro lordi si continuerà a beneficiare del sussidio.
Alla prima offerta di lavoro rifiutata, il beneficio decade. Non esiste più un’offerta congrua, qualunque offerta, in qualunque città italiana dovrà essere accettata. Non c’è più il patto per il lavoro o altre formule previste dal reddito precedente, ci sarà una piattaforma online dove andrà fatta la registrazione e seguito il proprio iter di inserimento.
Il beneficio per gli occupabili parte a settembre e viene identificato come Sfl ovvero Supporto per la formazione e il lavoro. L’assegno corrisposto è di 350 euro al mese a persona, spetta a coloro che hanno già ultimato il Reddito di cittadinanza. Gli occupabili che sono all’incirca 159 mila percettori hanno già ricevuto l’avviso di decadenza del beneficio. La differenza importante non riguarda solo la differenziazione tra occupabili e non ma anche il corrispettivo economico che è nettamente più basso e soprattutto il reddito massimo che è stato ridotto a 6 mila euro come soglia massima.
Il percorso per la formazione e il lavoro sarà attivato mediante la piattaforma online Siisl che sarà gestita dall’INPS. Dopo la sottoscrizione digitale si dovranno indicare agenzie ed enti locali al fine di entrare nel circuito del lavoro. Ognuno potrà individuare le offerte che sono relative al proprio impiego, le politiche attive di formazione e i progetti da sostenere, c’è ampia autonomia. L’assegno verrà corrisposto, laddove si seguano tutte le regole per una durata di 12 mesi, questi non saranno rinnovabili.
Per le famiglie che invece non sono occupabili – quindi i cui componenti rientrano in una categoria a rischio ovvero soggetti disabili, minori e over 60 – partirà l’Assegno di inclusione che è molto simile al Reddito di cittadinanza. Questo inizia a gennaio 2024 ed è rivolto solo a coloro che non possono lavorare. Il beneficio è corrisposto per 18 mesi e poi può essere rinnovato per altri 12 con sospensione di un mese. Gli utenti riceveranno una carta elettronica tramite Poste Italiane. Il contributo prevede due parti, una di integrazione al reddito e una per il pagamento del canone di locazione.
Anche per l’ADI c’è la scala di equivalenza in base al numero di componenti, l’ISEE ha una soglia di 6 mila euro annui, aumentata per soggetti over 67. Il valore dell’assegno può arrivare ad un massimo di 630 euro per il reddito e 150 euro per l’affitto.
I requisiti sono cittadinanza italiana o europea, residenza in Italia da almeno 5 anni e gli ultimi due in modo continuativo, valore del reddito inferiore ai 6 mila euro annui moltiplicati per la scala di equivalenza, limiti patrimoniali e reddituali.
Tutti si svolgerà online, le domande per la formazione saranno aperte dal 1° settembre, quelle per il Reddito di inclusione dal 1° gennaio 2024, i requisiti da rispettare per ricevere il sussidio ma soprattutto per mantenerlo avranno verifiche dettagliate con la collaborazione dei comuni e degli enti territoriali.
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