Antonella Attili è un’attrice con la A maiuscola, che ha saputo credere nel suo sogno così tanto da trasformarlo in lavoro.
Teatro, cinema, televisione: sono tanti i mondi in cui lei ha spaziato e in cui continua a lavorare. Dopo diverse esperienze con i più grandi attori e registi del panorama cinematografico italiano, il suo volto ha raggiunto la popolarità con la soap opera Rai Il Paradiso delle Signore, dove ha interpretato per diverso tempo il personaggio di Agnese. La Attili partecipa spesso anche al programma televisivo di La 7 Propaganda Live, grazie a cui è entrata nei cuori degli italiani per i suoi monologhi su tematiche sociali e di attualità.
L’attrice si è adesso raccontata a Velvet Style, ed ha trasmesso ancora una volta la passione, il lavoro, l’amore. Per quello che fa e per quello che farà in futuro.
Pupi Avati, Ettore Scola, Margarethe von Trotta, Fatih Akin, Stefano Sollima, Antonello Grimaldi. Il suo lavoro ha incrociato le strade di nomi importantissimi del cinema italiano: che esperienze sono state, c’è un aneddoto particolare che vuole raccontarci?
Non ci sono aneddoti particolari, ma ho dei bellissimi ricordi di personalità straordinarie che sono stati dei Maestri non solo nel campo artistico, ma anche intellettuale. Erano persone con cui ci si poteva scambiare cose che oggi è molto difficile trovare. Adesso non c’è più quell’esperienza di vita ed è tutto più superficiale. Il mondo del cinema è molto cambiato, soprattutto nell’assenza di rischio. All’epoca i produttori rischiavano nei progetti e li vivevano come se fossero creature che dovevano essere lanciate nel mondo. Oggi si fanno invece più operazioni commerciali: c’è meno rischio e meno cuore.
Lei ha lavorato con Giuseppe Tornatore in Nuovo cinema paradiso , film che vinse l’Oscar nel 1990: che esperienza è stata?
E’ stata un’esperienza totalizzante e marchiante, che mi ha dato la possibilità di vivere l’esperienza totale del set. Io vivevo e dormivo sul set, all’interno del paese, e per me è stato come non uscire mai dal film ma essere costantemente dentro il personaggio. Con Tornatore si giocava sempre una partita importante. E’ insomma stata per me magia.
Cinema d’autore, teatro, ma il successo col grande pubblico possiamo dire che è arrivato con la serie tv de Il Paradiso delle Signore: chi è Agnese per lei, come ha strutturato questo personaggio?
E’ stato il compendio di una serie di esperienze precedenti. Il Paradiso mi ha dato la popolarità e ha fatto in modo che, improvvisamente, la mia faccia fosse collegata a un nome e anche a tutto quello che avevo fatto in precedenza. Io sono sempre stata eclettica, ho fatto di tutto e ho avuto una carriera molto variegata, ma non ero mai entrata così prepotentemente nelle case degli spettatori. Questa esperienza mi ha cambiato la vita e mi ha dato la sensazione di essere di famiglia. Si fa spesso fatica a staccarsi da un personaggio: loro mi amavano infatti come Agnese. Sono però molto riconoscente del successo che mi ha dato, e ci sono affezionata perché in quel ruolo c’è tantissimo di me, delle donne che ho conosciuto e delle madri che ho frequentato.
Come mai ha scelto di abbandonare la soap Il Paradiso delle Signore?
Ho deciso di uscire dal Paradiso delle Signore, perché sono sempre alla ricerca di qualcosa che non ho fatto. Dopo 4 anni in cui ho dato tutto, avevo bisogno di tornare a fare delle esperienze diverse. Ho infatti fatto il nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo e anche La Storia, tratto dal romanzo di Elsa Morante. Avevo insomma bisogno di misurarmi di nuovo con altri personaggi.
Il Paradiso è un impedimento: ti dà tanto ma ti blocca anche, dato che i giorni delle riprese sono tantissimi. C’è poco tempo per dedicarsi ad altro, e io volevo anche tornare a teatro. Sono curiosa e non posso stare dentro un solo personaggio.
La Rai ha ufficializzato la messa in onda della terza stagione di Màkari: cosa accadrà?
Màkari è un prodotto che è molto legato ai personaggi e alle location: la gente si è adesso molto affezionata al golfo di Macari in Sicilia proprio grazie alle storie raccontate nella fiction, ed è diventato un posto gettonato dal punto di vista turistico. Credo che la nuova stagione andrà in onda il prossimo febbraio, anche se non ci hanno ancora comunicato con esattezza la messa in onda. Màkari è la mia vacanza annuale: ci ritroviamo lì ogni anno per girare queste puntate. Le storie sono a metà tra l’indagine poliziesca e il personaggio cialtrone di Gioè. Ci sono sempre nuovi personaggi che entrano: quest’anno ci saranno ad esempio Serena Iansiti ed Eugenio Franceschini, che arrivano soprattutto per “disturbare” la storia d’amore tra Saverio e Suleima. Mi sembra che quest’anno sarà la stagione migliore.
Lei è da un po’ di tempo parte integrante di Propaganda Live e i suoi monologhi sono ormai diventati virali: com’è nata questa collaborazione?
Io ci vado quando ho qualcosa da dire; non è una partecipazione fissa. Loro sanno che, quando ho qualcosa da dire, ho uno spazio dove farlo. Questo è un grande lusso, ed è diventato il mio spazio libero. Loro sono molto disponibili ed è raro avere una possibilità del genere. Sono molto legata a quello che faccio, ma devo sempre avere una motivazione forte per andarci.
Nei suoi monologhi a Propaganda ha parlato dell’aborto, della violenza sulle donne: perché siamo qui a (ri)parlare dell’aborto e perché continuiamo, ormai ogni giorno, a raccontare e denunciare la violenza sulle donne? Cosa abbiamo sbagliato e cosa stiamo sbagliando?
Questo è un Paese che non ha memoria, e che ha visto un’operazione di smantellamento di quel poco di cultura che avevamo attraverso lo “scempio televisivo” di Silvio Berlusconi. Lui ha fatto arrivare alle persone l’idea che si possa raggiungere il successo senza aver studiato. Senza memoria e senza cultura, è molto difficile che un Paese possa andare avanti, ma è più facile tornare indietro. Sui diritti è in realtà molto facile tornare indietro, soprattutto se non si fanno battaglie quotidiane che difendono quello che si è conquistato.
Antonella Attili e la sua battaglia sociale
Siamo un Paese cattolico, a un passo dall’ipocrisia che questo comporta. Magari succedono degli orrori nelle famiglie ma, rispetto alla morale comune, ci si difende proponendo idee come “I genitori sono solo due” oppure “L’aborto non può essere usato come metodo contraccettivo“. Siamo tutti d’accordo, ma ci sono delle condizioni disperate e particolari in cui una donna può e deve scegliere un’assoluta protezione, da parte degli ordini dello Stato e della salute pubblica, di accedere all’aborto se le condizioni non glielo permettono.
Giorgia Meloni prima donna alla Presidenza del Consiglio: una vittoria per il nostro genere?
E’ una vittoria se la etichettiamo in questo senso. Sì, è la prima donna Presidente del Consiglio, ma dipende da quello che si fa e dalle leggi che si decide di promuovere o di bloccare. Dipende dagli interventi e dalla squadra di governo che si sceglie. Dipende da tutto questo il fatto di fare la storia o meno. La puoi fare anche molto brutta.
In tal senso, dove pare voglia andare il Governo Meloni, secondo lei, e dove vuole arrivare?
Vuole arrivare dove ha sempre detto: non mi sembra che nelle intenzioni ci sia qualcosa di diverso da quello che ha proclamato durante la campagna elettorale. Quello che si sta verificando è esattamente quello che loro hanno detto: una recessione in termini di diritti, di immigrazione, di cuneo fiscale. Del resto, è stata votata dalla maggioranza degli italiani, ed evidentemente gli italiani sono contenti di avere questo tipo di governo.
Futuri progetti?
Sto al momento portando in scena uno spettacolo teatrale con Giorgio Colangeli e Luisa Merloni, e a marzo ci sarà anche una tournée. Sto inoltre portando in giro uno spettacolo con la scienziata Ilaria Capua, che si chiama Le Parole della salute circolare: si parla di temi importanti come il cambiamento climatico e ciò che questo comporta nella salute di tutti. In tv andrà invece in onda, in autunno, La Storia, dal romanzo di Elsa Morante. Ci sarà inoltre la terza stagione di Màkari, e ho anche girato un film intitolato Il Barbiere Complottista.