Una nuova sentenza rivoluziona l’attuabilità delle multe date dall’autovelox per alta velocità, ci sono casi in cui non vanno pagate.
Questi sistemi automatici di rilevamento della velocità sono sempre più diffusi sul territorio e quindi è molto facile ritrovarsi con il pagamento dovuto di un importo notevole per un limite non rispettato.
La crescente esigenza di disseminarli a livello stradale è ovviamente connessa alla necessità di tenere a bada gli eccessi che si verificano, nonostante i limiti imposti dalla legge.
Multe autovelox: come funzionano
Una guida veloce, in un centro cittadino ma anche sulle strade a scorrimento veloce, è pericolosa. Questo perché non solo una velocità elevata è fonte di basso controllo della vettura ma anche perché, come attestano le stime nazionali, distrazione e velocità sono oggi le cause principali per cui avvengono ancora gli incidenti.
Ben il 14% degli incidenti è determinato proprio dall’alta velocità sul perimetro urbano, quindi nel contesto cittadino dove comunque dovrebbe essere sempre moderata a causa del transito lento. Ciò fa comprendere di base come sia essenziale intervenire in questo senso e cosa abbia spinto a prendere provvedimenti. Gli autovelox sono adeguatamente segnalati dalla cartellonistica e anche da strumenti come Google Maps e navigatori.
Questo è importante soprattutto nei tratti stradali in cui c’è un cambiamento repentino e successivo delle velocità. Su alcune vie infatti, soprattutto di tipo extra urbano, capita di trovare successivamente posti dei limiti variabili molto differenti. Questo può causare alcuni errori non voluti nel guidatore che poi si ritrova con un importo da pagare e una multa salata.
Gli autovelox elettronici sono sistemi di rilevamento della velocità e sono posizionati a distanza, quindi possono mirare la percorrenza delle vetture e segnalare le infrazioni senza che le pattuglie si trovino lungo la strada come avveniva prima.
Non tutti i dispositivi sono uguali, ci sono i sensori diretti, quindi che percepiscono in quel momento la velocità della vettura di passaggio grazie ai sensori laser (ancora oggi il tipo più utilizzato), scattando una foto dell’auto se supera il livello imposto e poi ci sono i telelaser che sono invece differenti e funzionano a rilevamento tra due punti per fare una media della percorrenza di ogni vettura. Poi ci sono anche i tutor che si trovano però solo in autostrada e funzionano con sensori e telecamere e leggono la targa, non fanno foto. Tutti sono previsti dal Codice della strada e servono a rispettare i limiti imposti.
I dispositivi di questo tipo devono essere però segnalati correttamente e in modo visibile con anticipo, questo è indispensabile affinché la segnalazione sia valida. Negli ultimi anni si parla di tolleranza poiché questi strumenti altamente tecnologici hanno un margine di errore. Ovviamente rispetto agli anni ottanta hanno raggiunto livelli importanti e sono certamente molto funzionali allo scopo ma possono ancora commettere piccoli errori. Per questo motivo, rispetto alle indicazioni date, c’è un margine del 5% che viene accettato rispetto alla velocità rilevata, per un minimo però di 5 km orari. Quindi, la normativa attesta che se la velocità rilevata è del 5% superiore a quella effettiva prevista dal limite e se comunque non va oltre i 5 km orari allora non viene emessa la multa.
Quando il sistema capta invece che c’è un problema e quindi bisogna erogare la multa questa viene prodotta e poi recapitata al trasgressore entro 90 giorni. Non tutte le tipologie sono uguali poiché dipende dal tipo di velocità e quindi dalla differenza in relazione alla strada e anche al limite imposto. Fino a dieci chilometri maggiori al limite la multa va da 42 euro a 173 euro, fino a 40 km in più la multa può arrivare a 694 euro e oltre anche fino a 3382 euro con la sospensione della patente fino a 12 mesi.
Oltre alla multa c’è anche la questione “punti dalla patente”, per una velocità superiore a 40 km orari il rischio è di 5 punti, successivo invece di 10, oltre i 60 chilometri vengono decurtati più di dieci punti. Tutti vanno raddoppiati nei casi in cui si parli di un neopatentato.
Gli autovelox sono omologati e quindi perfettamente approvati dalle autorità, sicuri e precisi. Può comunque capitare che ci sia un’eventualità differente ad esempio quando si ponga un errore nella lettura della targa magari non ben visibile. Ci sono infatti casi, seppur limite, in cui venga evidenziato un numero differente e quindi la stessa recapitata in modo errato ad un altro guidatore. Per questo motivo è sempre possibile fare ricorso, i tecnici andranno a confrontare targa e immagine e, attestato l’effettivo errore procederanno a rettificare la multa stessa.
Quando è possibile non pagare le multe dell’autovelox
Oltre a quelle casistiche rare in cui il sistema possa sbagliare per piccole incongruenze, c’è una novità fondamentale da considerare in questo settore che riguarda le multe che vengono effettuate dalla tecnologia ma che non sono considerate a norma.
La legge in questo caso tutela gli automobilisti, non solo stabilisce che il cartello che indica l’autovelox debba essere ben leggibile ma che questo debba anche avere un chilometro di distanza esatto tra la presenza del cartello e il posizionamento dell’autovelox stesso. Sostanzialmente non è possibile inserire un’indicazione diretta sopra all’autovelox, accanto o comunque in prossimità. Se c’è un errore di questo tipo la multa decade.
Questa novità è attuata a seguito della sentenza della Corte di Cassazione del 31 agosto 2023 e che permetterà quindi la decurtazione di tantissime multe. Nello specifico la sentenza era relativa a una multa di 550 euro con decurtazione anche di punti.
Quando si pone questo errore bisogna procedere con la contestazione. Se ci sono degli agenti si può richiedere direttamente a loro al momento o fare una segnalazione, se invece viene recapitata a casa, cosa molto più probabile, è importante fare ricorso. Questo ha un costo che può variare, in generale il contributo è di 43 euro di spese legali e una marca da bollo da 27 euro.
Il ricorso può essere presentato al Giudice di pace entro 30 giorni dalla notifica della multa, inviando una raccomandata andata e ritorno direttamente alla cancelleria. Si può anche fare ricorso al Prefetto, in questo caso si hanno a disposizione 60 giorni dopo il verbale. Il ricorso è accolto se dopo 180 giorni non si riceve alcuna comunicazione oppure 210 giorni dal Prefetto. Si può anche presentare un controricorso laddove venga respinto.