Chloe Facchini sta mostrando il meglio di sé nel programma culinario È sempre mezzogiorno, ed è diventata un esempio per molte generazioni.
Nata come Riccardo Facchini e divenuta nota per le sue partecipazione allo storico tv show La Prova del Cuoco, ha fatto coming out non molto tempo fa e ha rivelato al pubblico di aver iniziato un percorso di transizione che l’ha portata a diventare Chloe. Accanto a lei, il suo compagno, la sua famiglia e l’immancabile Antonella Clerici, che non ha esitato un attimo e l’ha rivoluta nella sua squadra dopo anni di collaborazione.
La chef si è raccontata a Velvet Style, svelandosi senza filtri sul suo percorso di transizione, sul suo coming out e sui suoi recenti progetti.
La cucina è la tua più grande passione e anche il tuo lavoro. Come sei arrivata alla consapevolezza che sarebbe stata quella la tua strada?
Sin da piccolina, ho sempre saputo che la cucina sarebbe stata la mia vita. Da che ho memoria, ho sempre pasticciato ai fornelli. È sempre stata la mia consapevolezza, anche se i miei genitori e mia nonna mi avevano sempre sconsigliato di intraprendere questa strada. Io sono stata la prima della mia famiglia a fare il ristoratore, e sicuramente è un mondo molto particolare. Se decidi che la cucina diventerà il tuo mondo, è un ambito molto difficile in cui operare.
Ti abbiamo conosciuto nel piccolo schermo grazie al programma È sempre mezzogiorno di Antonella Clerici. Cosa ti sta lasciando questa esperienza? Com’è il tuo legame con Antonella?
Antonella è una donna fantastica, si è rivelata una persona molto aperta e un’amica. Nel momento in cui pensavo che non avrei più fatto tv, lei è stata la prima a rivolermi nella sua squadra. Mi sta lasciando solo cose positive, perché ho avuto modo di tornare a fare il mio mestiere sullo schermo. Inizialmente pensavo che il mio percorso di transizione sarebbe stato qualcosa che mi avrebbe limitato nel mondo professionale.
Così, in realtà, non è stato: mi ha permesso di veicolare messaggi molto belli, di speranza e di inserimento sociale per le persone trans. Ho trasmesso sempre l’importanza di non porci mai dei limiti, e questo è un grande messaggio per tutta la comunità LGBTQIA+. Grazie a questo programma, ho anche la possibilità di far vedere quello che sono capace di fare, e questo mi permette di spendermi meglio nel campo delle consulenze.
Cosa vedremo durante le tue prossime apparizioni televisive? Puoi anticiparci qualcosa?
Vi posso anticipare che saranno ricette di influenza francese. Ho vissuto tanti anni in Francia, e una parte della mia cucina si ispira proprio a quel territorio. Questo è ciò che vedrete nelle prossime puntate, ma non so ancora cosa preparerò.
Proprio in questi ultimi anni, c’è stato il tuo coming out. Da Riccardo Facchini sei infatti diventata Chloe Facchini. Quanto c’è ancora di Lui in te?
La persona è sempre la stessa, ma ho intrapreso un percorso di affermazione di genere. Devo moltissimo a Riccardo: sono consapevole del fatto che, affermandomi nei primi anni di lavoro in quanto uomo, è stato più facile dal punto di vista lavorativo. Ho avuto meno difficoltà ad affermarmi, al contrario di quello che forse sarebbe successo se fossi stata una donna. Ho avuto privilegi proprio in quanto uomo. Il mio modo di pensare non è però cambiato: amo la vita a tutto tondo, anche se ora sono molto più felice di me. Il “caratterino” mi è rimasto, e la mia personalità non è cambiata: io la vedo come un’anima che è dentro un corpo che non la rispecchia pienamente.
Il coming out è avvenuto con un post Instagram in cui hai svelato il tuo orientamento e la tua trasformazione. Come ti sei sentita in quel momento? È stata per te una liberazione?
È stato un passo obbligato: volevo essere libera e, per farlo, bisognava dire la verità. Mi ero resa conto che, nonostante mi fossi allontanata dalla tv, ero in dovere di svelare tutto al pubblico. Questo è stato il modo migliore, che mi ha permesso di svelarlo veramente a tutti: all’inizio avevo messo sul piatto della bilancia tutto quello che sarebbe successo se avessi detto la verità.
Avrei avuto delle ripercussioni negative – pensavo – per quanto riguarda il mondo lavorativo. Non è mai rose e fiori per i trans: bisogna lottare. Se già per le donne è difficile, per una persona trans lo è ancora di più. Invece ho ricevuto solo cose belle, e ho notato che le persone mi amavano prima e mi hanno amato anche dopo.
Per quanto riguarda i diritti Lgbtqia+, in Italia abbiamo fatto dei passi in avanti negli ultimi anni, ma siamo ancora molto indietro rispetto ad altri paesi esteri. Secondo te, ci sarà davvero un cambiamento in Italia?
Siamo indietro dal punto di vista dei diritti civili: c’è un abisso tra noi e gli altri paesi della comunità europea. Sebbene l’Italia venga presentato come un Paese in cui è difficile affermarsi, ho notato però che ho avuto solo riscontri positivi quando il pubblico è venuto a sapere della mia transizione. Non pensavo di avere tutti questi messaggi pieni di affetto.
Quanto la cucina ti ha aiutato in questo tuo percorso di transizione?
È stata la mia salvezza, era l’unica cosa che amavo in quel periodo. Non essere sé stessi, per tutta la vita, è un grande peso: la cucina mi ha permesso però di andare avanti, di fare quello che volevo e per me ha rappresentato tantissimo. In più, è un lavoro creativo, e con gli alimenti puoi giocare davvero su tutto. Nei momenti difficili, è sempre stata il mio rifugio e non pensavo a nient’altro.
C’è un piatto a cui non rinunceresti? E uno di cui faresti volentieri a meno?
Un piatto a cui non rinuncerei sono sicuramente le tagliatelle al ragù, perché mi ricorda il periodo in cui le preparava mia nonna. Farei a meno invece delle cervella, quelle non riesco proprio a mangiarle.
Futuri progetti?
Ho iniziato a collaborare con una società portoghese: tornerò in Portogallo per un paio di settimane. Devo infatti tenere l’apertura di una nuova start up, che ha come focus i lievitati italiani. Porteremo insomma l’Italia in Portogallo. Entro la fine dell’anno, spero inoltre di sposarmi.
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