Per molti italiani le pensioni sono sotto il livello minimo ed è quindi fondamentale comprendere come aumentarle immediatamente.
Non si tratta di trucchi o strategie, piuttosto intraprendere tutte le azioni disponibili a livello legate e talvolta semplicemente eseguibili con un click da casa, al fine di poter maggiorare l’importo mensile. La strategia fondamentale, anche per coloro che sono giovani, è tenere sempre tutto sotto controllo. Il problema principale è che ci si rende conto di un deficit solo quando la pensione viene erogata, questo vuol dire talvolta andare a lavorare su contributi, omissioni, problematiche che risalgono anche a venti anni prima.
Per ovviare al problema dunque, per coloro che lavorano e quindi ricevono progressivamente un contributo sull’INPS o un’altra cassa gestionale, andare a valutare progressivamente l’andamento. Se c’è tutto, se i documenti sono caricati correttamente, se vi sono omissioni o trascrizioni errate. Presentare una rettifica a stretto giro infatti è molto più semplice di fare verifiche su documenti che risalgono a molti anni prima.
Pensioni ed errori: come effettuare il ricalcolo
La pensione oggi sembra un traguardo lontano, non solo perché le stime non fanno ben sperare per le generazioni future ma anche perché ci sono errori che facilmente complicano il tutto. Si va dal calcolo della pensione alla presentazione della dichiarazione dei redditi ai documenti errati. Ogni cosa nel corso del tempo può concorrere all’errore.
Quando si avvia il procedimento di liquidazione della pensione quindi si ottengono i bilanci di ciò che è andato storto e bisogna intervenire. Il problema maggiore è che per un ricalcolo dell’importo si devono attendere molti anni, soprattutto quando ci sono problemi molto evidenti difficili da andare a risolvere.
Dopo il 2012 è entrata in vigore la Legge Fornero e quindi si stimano circa 3 anni per risolvere il problema che sono comunque un tempo molto impegnativo per un pensionato che ha bisogno del suo assegno mensile. Le problematiche comuni sono mancanza dell’accredito di contributi figurativi per un periodo, maturazioni mancanti per interruzioni del lavoro come malattia o maternità, assegnazioni errate.
Vi sono poi problemi che possono portare anche a cinque anni. Questo soprattutto quando l’errore non è fatto dal calcolo dell’istituto ma da terzi. Ciò ad esempio riguarda la mancanza prestazione previdenziale. Ed è qui che bisogna fare attenzione poiché oltre a volerci tanto tempo prima della rettifica sarà possibile ottimizzare e quindi ripristinare un massimo di 5 anni. Quindi anche laddove la persona si accorga che è necessario un tempo maggiore, questa è l’unica implementazione massima a cui avrà diritto.
Per avere tutte le informazioni si può in prima istanza contattare il call center dell’INPS o farsi aiutare da un patronato. Quindi prendere appuntamento diretto alla sede territoriale per discuterne e quindi andare a rivalutare la pensione nei tempi utili. Poiché però ogni caso è diverso e la situazione si complica soprattutto a causa delle attese, meglio fare le verifiche prima dell’erogazione della pensione e non successivamente quando è molto complesso risalire a tutti gli elementi.