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Rabbit Island, la storia di un’isola infestata da conigli e dall’origine misteriosa

Un’isola con una popolazione molto particolare e un passato molto controverso. L’origine dei conigli è ancora oggi un mistero.

Nel bel mezzo del Mar Interno di Seto, in Giappone, c’è un’isola molto particolare, dove i conigli regnano sovrani. Sono ben nutriti, liberi dai predatori e trascorrono il loro tempo a oziare facendosi fotografare dalle migliaia di turisti che ogni anno vengono attirati in questo luogo curioso e al tempo stesso molto misterioso.

Stiamo parlando della piccola isola di Ōkunoshima, a due miglia al largo della costa della città giapponese di Takehara, nella prefettura di Hiroshima. Oggi è nota con il suo soprannome “Usagi Jima”, che in italiano si traduce appunto in “Isola dei Conigli”. Il motivo per cui tutti questi conigli sono finiti su un’isola minuscola, però, rimane ancora un mistero.

Una storia inquietante e un futuro incerto

Ōkunoshima, prima di diventare l’Isola dei Conigli, era famosa per motivi molto meno apprezzabili. Era il luogo in cui l’Esercito Imperiale Giapponese produceva tonnellate di gas velenosi durante la Seconda Guerra Mondiale, in una struttura così segreta che l’isola era stata addirittura rimossa da tutte le mappe giapponesi.

Secondo quanto ricostruito dal quotidiano inglese “The Guardian”, quando nel 1929 l’esercito iniziò a produrre armi chimiche, i conigli furono portati sull’isola e utilizzati per testare l’efficacia del gas velenoso. I lavoratori dello stabilimento avrebbero rilasciato gli animali in cattività sull’isola dopo la fine della guerra. Questa versione non è però condivisa da tutti, perché sembra che 

La proliferazione dei conigli, nutriti dai turisti, sta mettendo a rischio l’ecosistema dell’isola (Foto YouTube Great Big Story) – velvetstyle.it

Altri storici non sono d’accordo con questa versione dei fatti, perché sembra che tutti gli esemplari dell’epoca furono soppressi dagli americani. C’è un’altra storia, altrettanto curiosa sull’origine di questi curiosi abitanti. Sembra che otto conigli siano stati rilasciati da un gruppo di ragazzi, perché la scuola che frequentavano non poteva più permettersi di mantenerli nel 1971.

Senza predatori di cui preoccuparsi (i gatti e i cani sono vietati sull’isola, così come la caccia) questi mammiferi si sono velocemente moltiplicati fino a raggiungere il numero attuale di oltre 1.000 esemplari. Questa proliferazione di conigli, per quanto simpatica a vedersi, ha però degli effetti collaterali sull’ecosistema dell’isola.

I visitatori che nutrono i conigli selvatici hanno portato a un boom demografico insostenibile che ha distrutto l’ecosistema dell’isola. Gli animali, inoltre, sono vittime dei flussi discontinui di turisti. Durante la bella stagione vengono nutriti addirittura in eccesso, mentre nella stagione di pioggia nessuno visita l’isola e i conigli soffrono la fame, perché c’è pochissima vegetazione rimasta sull’isola.

Paolo Pontremolesi

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Paolo Pontremolesi

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