Quali sono le differenze tra gonfiore addominale e gonfiore intestinale? I consigli degli esperti per eliminarli entrambi e prevenirli.
Il gonfiore addominale è un disturbo comune che affligge molte persone, spesso senza una chiara comprensione delle sue cause e dei possibili rimedi. In questo articolo, esploreremo in dettaglio le caratteristiche del gonfiore addominale e intestinale, come distinguerli e quali passi seguire per alleviare il disagio.
Per affrontare efficacemente il problema del gonfiore, è fondamentale riconoscere dove si localizza esattamente. La distinzione tra gonfiore dello stomaco e dell’intestino è cruciale poiché questi due tipi di gonfiori hanno cause diverse. Generalmente, un gonfiore sopra l’ombelico suggerisce un problema a livello dello stomaco, mentre se si manifesta sotto l’ombelico, è probabile che l’origine sia intestinale.
Come capire se si tratta di un gonfiore addominale o intestinale
Il timing con cui si verifica il gonfiore può offrire indizi importanti sulla sua origine. Il gonfiore dello stomaco tende a manifestarsi poco dopo aver mangiato, mentre quello intestinale ha una comparsa più tardiva dato che il cibo deve prima transitare dallo stomaco all’intestino. Una delle principali cause di gonfiore addominale è legata alla masticazione inadeguata. Mangiare di fretta senza masticare bene porta alla formazione di bocconi troppo grandi che rallentano la digestione e stimolano una sovraproduzione di succhi gastrici e gas.
Altre condizioni come le gastriti o l’ernia iatale possono alterare la morfologia dello stomaco causando problemi di gonfiore. Queste patologie richiedono un approccio specifico per essere gestite correttamente. Il primo passo per ridurre il gonfiore addominale consiste nel rallentare durante i pasti e migliorare la masticazione. Questo semplice cambiamento può avere effetti significativi sulla digestione.
Anche nell’intestino le cause possono essere variegate. Dal mangiare troppo velocemente a specifiche intolleranze alimentari come quella al lattosio o condizioni più complesse come il colon irritabile o disbiosi intestinale. La digestione dei carboidrati inizia già in bocca grazie agli enzimi presenti nella saliva. Una masticazione superficiale impedisce una corretta predigestione dei carboidrati che arrivano quindi ingeriti all’intestino dove fermentano producendo gas.
Per alcuni disturbi intestinali come la sindrome dell’intestino irritabile può essere utile seguire temporaneamente una dieta low fodmap, riducendo l’assunzione di certe categorie di alimenti (come legumi, broccoli, pere) che possono aggravare i sintomi del gonfiore.
Prima di intraprendere qualsiasi cambiamento dietetico significativo o se i sintomi persistono nonostante i tentativi autonomi di risoluzione è essenziale consultarsi con un medico. Potrebbero essere necessari esami specifici per identificare eventuali patologie sottostanti come la celiachia o intolleranze alimentari precise quali quella al lattosio.