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Piedi e caviglie gonfie: cause, quando preoccuparsi e i rimedi naturali (e non) disponibili

I consigli degli esperti, cosa fare se noti piedi e caviglie gonfie: quando preoccuparsi, le cause e quali rimedi naturali usare. 

Il gonfiore di piedi e caviglie è un fenomeno che prima o poi si verifica nella vita di tutti, spesso accompagnato da un senso di fastidio o dolore.

Cosa fare se noti piedi e caviglie gonfie: come intervenire – Velvetstyle.it / Credits: Canva.it

Questa condizione, nota in termini medici come edema periferico, indica l’accumulo di liquidi nelle estremità del corpo. Sebbene in molti casi non sia motivo di preoccupazione, esistono situazioni in cui può segnalare problemi più seri.

Piedi e caviglie gonfie: quali rimedi usare

L’insufficienza venosa rappresenta la causa più frequente di edema periferico nei pazienti oltre i 50 anni. Questa condizione deriva dalla degenerazione dei meccanismi interni alle vene che facilitano il ritorno del sangue al cuore. Tuttavia, è fondamentale escludere patologie sistemiche più gravi come insufficienza cardiaca, renale ed epatica. Nell’insufficienza cardiaca, il cuore non riesce a pompare efficacemente il sangue verso il resto del corpo, causando l’accumulo di liquidi nelle estremità.

Questa condizione impedisce ai reni di gestire correttamente sodio, proteine e acqua, alterando l’equilibrio dei liquidi nel corpo. Il fegato gioca un ruolo cruciale nella produzione e gestione delle proteine. Un suo malfunzionamento può perturbare l’equilibrio dei fluidi corporei. Oltre alle già citate insufficienze organiche, esistono diverse altre condizioni che possono provocare gonfiore alle caviglie: sindrome premestruale a causa delle fluttuazioni ormonali, malnutrizione o malassorbimento legati alla disponibilità delle proteine, mixedema in caso di ipotiroidismo, linfedema, ipertensione polmonare e alcuni farmaci tra cui calci antagonisti usati per trattare la pressione alta.

Come intervenire sui piedi e le caviglie gonfie – Velvetstyle.it / Credits: Canva.it

Se notate che solo una delle vostre caviglie si gonfia potrebbe essere indicativo di eventi acuti specifici come trombosi venosa profonda o reazioni allergiche localizzate. È importante prestare attenzione a questi segnali e consultare immediatamente un medico se si verificano senza una causa ovvia. Il fenomeno tende ad aggravarsi nelle ore serali soprattutto durante le stagioni calde o dopo essere stati in piedi per lungo tempo. Ciò avviene perché l’acqua in eccesso tende a raccogliersi nelle parti più basse del corpo a causa della gravità.

Negli anziani è comune osservare un evidente gonfiore alle caviglie dovuto spesso alla sovrapposizione di diverse condizioni quali insufficienza venosa cronica combinata con difficoltà cardiache o renali e assunzione contemporanea di numerosi farmaci. La presenza dell’edema non genera solitamente altri disturbi se non occasionalmente tensione o leggera dolorabilità descritte come sensazione di gambe stanche o pesanti. Tuttavia la comparsa concomitante d’altri sintomi richiede maggiore attenzione.

Attenzione a questi campanelli d’allarme

Durante la gravidanza è comune esperire un certo grado di gonfiore specie nelle fasi avanzate della gestazione ma bisogna prestare attenzione ad aumenti improvvisi del gonfiore che potrebbero indicare pre-eclampsia. Prima ancora degli esami specifici è cruciale rivolgersi al proprio medico curante che sarà in grado attraverso anamnesi ed esame obiettivo valutare le possibili cause dell’edema.

A seconda della causa identificata dal medico i trattamenti possono variare significativamente dall’utilizzo delle calze compressive fino all’introduzione dei farmaci anticoagulanti nel caso della trombosi venosa profonda. Indipendentemente dalla causa sottostante ci sono alcune misure generalmente consigliate come mantenere una dieta equilibrata povera sale mantenendosi idratati fare attività fisica regolare sollevamento delle gambe perdita peso evitando lunghe permanenze nella stessa posizione indossando scarpe confortevoli tutte azioni utili nell’alleviare i sintomi dell’edema.

In conclusione (senza usare “in conclusione”), affrontiamo questo argomento con la dovuta serietà consultandoci sempre col nostro medico curante davanti ai primi segnali d’allarme senza sottovalutare importanza d’un approccio proattivo nella gestione quotidiana attraverso semplici ma efficaci abitudini preventive

Mattia Senese

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Mattia Senese

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