Come riconoscere le meduse velenose mentre facciamo il bagno nei nostri mari? come intervenire in caso di attacco
L’estate porta con sé il desiderio di immergersi nelle acque cristalline del mare, ma anche la preoccupazione di incontrare meduse, creature affascinanti quanto a volte pericolose. Con l’aumento delle temperature e l’anticipazione della stagione calda, si è registrato un incremento delle meduse nei mari italiani, alimentando timori e curiosità. Non tutte le meduse sono però motivo di allarme; conoscere le varie specie può aiutare a godersi il mare in tranquillità.
Tra le varietà presenti nel Mediterraneo spicca il Rhizostoma Pulmo, nota anche come polmone di mare o medusa barile. Questa specie può raggiungere i 60 centimetri di diametro e pesare fino a 10 kg, rendendola una delle più grandi del Mediterraneo. Sebbene imponente nell’aspetto, con un cappello semisferico trasparente adornato da bordi sfrangiati blu-viola e tentacoli biancastri tendenti al trasparente, questa medusa non è particolarmente urticante. Il contatto provoca solitamente un leggero prurito che scompare rapidamente.
Un’altra specie comune nel Mediterraneo è la Cotylorhiza Tuberculata o cassiopea mediterranea. Caratterizzata da un ombrello discoide bianco con una gobba gialla al centro e bordi frastagliati giallo-verdi, questa medusa non possiede veri tentacoli ma braccia che terminano con bottoncini blu o viola. È generalmente innocua e causa solo lieve fastidio nelle persone più sensibili.
L’Aurelia Aurita si distingue per il suo aspetto quasi etereo: biancastra e tendente al trasparente con quattro gonadi circolari che ricordano un quadrifoglio sulla sommità dell’ombrello. I suoi tentacoli corti sono tuttavia urticanti e possono causare disagio al contatto.
La Cubomedusa rappresenta una delle specie più temute a causa del suo potente veleno capace di provocare gravi ustioni ed essere potenzialmente letale in caso di allergie specifiche. Difficile da individuare per via della sua trasparenza e dimensione ridotta (circa 3 centimetri), vive in fondali bassi mimetizzandosi perfettamente nell’ambiente marino.
La Pelagia noctiluca è forse tra le più note ai bagnanti italiani per le dolorose ustioni che può provocare se sfiorata. Di dimensioni contenute ma dotata di lunghi tentacoli urticanti, questa “medusa luminosa” presenta colorazioni che variano dal marrone rosa al violetto traslucido.
La Drymonema dalmatinum sorprende per le sue dimensioni eccezionali (fino a 2 metri) ed è notevolmente urticante; fortunatamente è piuttosto rara nei nostri mari. La Chrysaora hysoscella invece presenta minor rischio grazie alla sua leggera capacità urticante; caratteristica distintiva sono i disegni a forma di V sul suo ombrello.
Infine, la Physalia physalis rappresenta uno dei maggiori rischi tra gli organismi marini fluttuanti incontrabili nelle acque italiane negli ultimi anni. Nonostante sia tecnicamente un sifonoforo piuttosto che una vera medusa, i suoi lunghi tentacoli possono infliggere dolorose punture attraverso diversi tipologie di veleno.
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