Le “farfalle nello stomaco” esistono: così le emozioni hanno effetti sul nostro stomaco

Tutti conosciamo il detto avere “le farfalle nello stomaco”: ebbene è proprio vero, ecco l’effetto che le emozioni fanno al nostro stomaco.

Un recente studio condotto in Italia dall’Università Sapienza di Roma, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e la Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, ha gettato nuova luce sulle interazioni tra le nostre emozioni e il funzionamento dell’apparato digerente. Finanziata dal programma europeo ERC Advanced Grant e Honesty, la ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica eLife, dimostrando come il pH dello stomaco sia influenzato dalla percezione delle diverse emozioni.

farfalle nello stomaco
Le farfalle nello stomaco esistono! velvetstyle.it

Il concetto di pH è essenziale per comprendere questo studio. Il pH misura la concentrazione degli ioni idrogeno (H+) in una soluzione, indicando se essa è acida (pH < 7), neutra (pH = 7) o basica (pH > 7). Nel corpo umano, il sangue mantiene un pH di circa 7.4; lo stomaco presenta un ambiente molto più acido con un pH intorno a 2.0 che può arrivare fino a 7.0 nel muco vicino alle cellule della parete gastrica.

Lo studio e i suoi metodi innovativi

La ricerca ha coinvolto l’ingestione da parte di 31 partecipanti maschi, età compresa tra i 20 e i 30 anni, di capsule minuscole dotate di sensori capaci di rilevare il pH all’interno dello stomaco oltre a temperatura e pressione del tratto digerente. Questa tecnologia avanzata si è dimostrata promettente per future indagini nel campo della medicina gastrointestinale.

Durante lo sperimento sono stati monitorati anche altri parametri come le pulsazioni cardiache e l’attività nervosa dello stomaco dei partecipanti mentre venivano esposti a video capaci di suscitare diverse reazioni emotive: paura, disgusto, felicità, tristezza e uno stato neutro.

studio emozioni
Studio innovativo che ha dato risposte importanti – velvetstyle.it

I risultati ottenuti hanno mostrato che le variazioni del pH gastrico non sono casuali ma strettamente legate alle emozioni provate dai soggetti durante la visione dei video. In particolare situazioni che suscitavano disgusto o paura erano associate ad un abbassamento del livello del pH (indicativo quindi di maggiore acidità), mentre momenti legati alla felicità corrispondevano ad un aumento del valore del pH.

Interessante notare come non sia stata trovata una correlazione diretta tra le variazioni dei segnali nervosi esternamente rilevabili dallo stomaco e le emozioni provate dai partecipanti; tuttavia si è osservato un incremento nella frequenza del ciclo gastrico durante esposizioni a contenuti che generavano felicità.

Le misurazioni relative alla temperatura e alla pressione fornite dalle capsule hanno contribuito principalmente a determinare la loro posizione all’interno dell’apparato digerente senza offrire ulteriori spunti significativi sulle dinamiche emotive-stomacali.

L’analisi delle risposte cardiache ha confermato una forte connessione tra cuore ed emozioni visualizzate nei video; curiosamente anche il battito delle ciglia ha mostrato variazioni significative suggerendo una possibile relazione con i livelli d’attenzione nei confronti degli stimoli ricevuti.

Questo innovativo studio apre nuove strade per comprendere meglio il legame tra gli stati emotivi dell’individuo e le funzioni gastrointestinali. Le implicazioni potrebbero essere vastissime sia nel trattamento dei disturbi gastrointestinali sia nella gestione delle condizioni emotive quali depressione o autismo attraverso nuove prospettive terapeutiche basate sulla comprensione approfondita della fisiologia umana.