Gli effetti di una dieta sbagliata sono diversi: stress e ansia infatti dipendono anche da cosa mangi, non commettere questi errori.
Ne soffrono in tanti, per la precisione sei milioni di italiani di età compresa fra i 25 e i 60 anni.
Stiamo parlando dell’ansia, ossia un complesso mix di emozioni (paura, apprensione, preoccupazione) che possono intralciare in maniera anche seria lo svolgimento delle attività quotidiane.
Esistono due tipologie principali di ansia: quella fisiologica e quella patologica. La prima è una risposta ad uno stimolo noto e mira a mobilitare le risorse dell’individuo per affrontare situazioni specifiche. La seconda, invece, spesso non ha una causa ben definita ed è associata a condizioni come la depressione e la schizofrenia, limitando significativamente le capacità di adattamento dell’individuo.
L’ansia si manifesta attraverso sintomi che riflettono un’eccessiva attivazione del sistema nervoso centrale. Questi possono essere suddivisi in sintomi generali come inquietudine o paura irrazionale; neurovegetativi quali tachicardia o sudorazione; e psicologici come irritabilità o difficoltà nella concentrazione. Le cause dell’ansia sono variegate e spesso sfumate. Tra i fattori di rischio vi sono predisposizioni ereditarie, alterazioni dei neurotrasmettitori come la noradrenalina o il GABA, oltre a dinamiche psicologiche profonde legate a conflitti inconsci.
Recentemente è stato evidenziato il ruolo della dieta nell’influenzare stati d’ansia. Uno studio condotto dall’Università del Colorado Boulder ha dimostrato che una dieta ricca di grassi può alterare il microbioma intestinale influenzando negativamente il benessere psichico attraverso un meccanismo che collega l’intestino al cervello. Lo studio ha rivelato che i roditori alimentati con una dieta ad alto contenuto di grassi hanno mostrato non solo un aumento del peso ma anche una ridotta diversità dei batteri intestinali con conseguenze negative sul comportamento ansioso. È stata osservata una maggiore presenza dei batteri Firmicutes rispetto ai Bacteroidetes, correlata all’alimentazione industrializzata e all’obesità.
Inoltre, nei soggetti con dieta ricca di grassi è stata rilevata un’aumentata espressione genica legata alla produzione della serotonina nel nucleo dorsale del rafe cDRD – area cerebrale associata allo stress – suggerendo un diretto collegamento tra alimentazione malsana ed esacerbazione dei disturbi d’umore.
Secondo Christopher Lowry non tutti i grassi sono dannosi, quelli presenti nel pesce e nell’olio d’oliva possono avere effetti benefici sulla salute mentale grazie alle loro proprietà anti-infiammatorie. Tuttavia è importante limitare il consumo di cibi altamente processati come pizza e patatine fritte privilegiando frutta, verdura e cibi fermentati per mantenere l’equilibrio del microbioma intestinale.
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