Parla il chirurgo dei vip: quand’è che il filler può essere pericoloso? In alcuni casi vi conviene evitarlo…
La chirurgia estetica e i suoi progressi sono ormai una realtà consolidata nel panorama dello spettacolo internazionale, dove le tecniche sempre più avanzate permettono trasformazioni che sembrano annullare gli effetti del tempo.
Celebrità del calibro di Brad Pitt, George Clooney, Tom Cruise e Sharon Stone sono solo alcuni esempi di come la chirurgia estetica abbia contribuito a mantenere inalterato il loro fascino negli anni.
Renato Calabria, noto chirurgo estetico con oltre trent’anni di esperienza nel settore e che ha avuto tra i suoi pazienti personaggi famosi come Flavio Briatore e Barbra Streisand, ha rivelato in un’intervista al Corriere della Sera un trend in crescita per quanto riguarda i lifting.
Secondo le statistiche dell’American Society of Plastic Surgery, vi è stato un incremento dell’8% nei lifting facciali. Questo aumento è attribuito alla perdita di volume facciale dovuta all’invecchiamento o all’utilizzo di farmaci dimagranti. Calabria sottolinea anche l’aumento degli interventi meno invasivi come lo “One Stitch Facelift” o “Lunch Time Lift”, procedura della quale è pioniere.
Nonostante la popolarità dei trattamenti con filler per correggere piccoli difetti estetici, Calabria mette in guardia sulle loro conseguenze negative. I filler offrono soluzioni temporanee che richiedono sedute mediche periodiche per mantenere l’effetto desiderato.
Il chirurgo evidenzia le complicazioni legate alla rimozione dei filler, soprattutto quando vengono utilizzati materiali semi-permanenti da giovani: con il passare degli anni la pelle tende a rilassarsi rendendo più complessa la rimozione.
Calabria discute anche delle motivazioni che dovrebbero spingere una persona a sottoporsi a interventi di chirurgia estetica, evidenziando l’importanza di non superare certe soglie. Il medico pone l’accento sulla necessità di avere motivazioni sane per ricorrere alla chirurgia: non si dovrebbe mai agire su impulso emotivo o per cercare di risolvere problemi personali attraverso il cambiamento fisico.
La “red flag” o segnale d’allarme scatta quando si riconoscono pazienti ossessionati dai dettagli o mossi da motivazioni sbagliate. In quel caso è bene intervenire anche a livello psicologico per evitare sviluppi pericolosi e anche sfiguranti in alcuni casi limite.
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