Questa settimana la rubrica Chicche di Stile vi racconta una storia di tulle, sull’origine e l’evoluzione dell’iconica gonna da tutù delle ballerine-cigni a must-have contemporaneo.
Etereo, leggero, nuvoloso: il tulle è fatto della stessa sostanza con cui sono fatti i sogni. Rievoca le lacrime di zucchero di uno struggente Lago dei Cigni a La Scala e allo stesso tempo costituisce un look urban-chic, soffice e regale come quello (firmato Dior) esaltato dalla stella filante Olivia Palermo (LEGGI ANCHE LA MEGLIO VESTITA: OLIVIA PALERMO). È senza tempo pur mantenendo lo status modaiolo del “qui e ora”, volteggia come la ruota di una ballerina e punteggia di raffinata urbanità un banale aperitivo in centro. Il tulle e, in particolare, la gonna di tulle è la classicità innestata sul profano, sulla vaporosità e la meravigliosa inconsistenza. Ma quando nasce questo favoloso tessuto? Il tulle è apparso per la prima nel ‘700 in Francia, nella città di Tulle che gli dà il nome: con l’intreccio di una stoffa dai piccoli fori esagonali, i sarti diedero vita al tulle, che però qualcuno è pronto a giurare che fosse già noto nell’antica Grecia, per adornare i cittadini illustri della polis (considerato il gusto superiore dei greci, non è da escludere).
Nato e noto come cigno sacro di Čajkovskij, viene associato alle spose da quando, nel 1840, la Regina Vittoria lo scelse per il proprio abito bianco. Nei primi decenni del ‘900 il tulle impreziosiva cappellini e biancheria intima, mentre a livello di guardaroba femminile si evolve con il cambiamento dei costumi e l’accorciamento delle gonne in corrispondenza con le due Guerre Mondiali. È dopo gli anni ’50, quelli di Cenerentola e del rilancio degli angeli del focolare, che il tulle vola verso l’haute couture: Dior lancia la sua collezione Corolle, fatta di abiti delicati e romantici: un trend osanato dalla newyorchese Carmel Snow, direttore di Harper’s Bazaar. La gonna prendeva la forma di una corolla volteggiante, che vediamo sull’eterea principessa Grace Kelly ne La finestra sul cortile.
A ispirarsi alle ballerine classiche sono state anche, nel corso degli anni successivi, Giorgio Armani e Vivienne Westwood, che hanno consegnato modelli di gonne regali, soffici e vaporose come lo zucchero filato. Intanto tulle è stato “concettualmente rimodellato” con la rivoluzione pop- post Andy Warhol degli anni ’80, quando riappare trasgressivo e colorato su Madonna o (nei ruggenti 90s) su Carrie Bradshaw nella sigla di Sex and the City o come new wave grunge. Una cosa è certa, al tulle non si resiste. E lo aveva ben capito il buon Nigel, che diceva al suo capo Miranda Priestly: “Dammi una gonna di tulle e un tocco di vecchio west e sono perdutamente tuo”.
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