Chicche di Stile: il Borsalino

Questa settimana la rubrica Chicche di Stile si occupa del Borsalino, un cappello iconico che ha una storia interessante da raccontare. Ecco di cosa si tratta.

Questa volta la rubrica Chicche di Stile si focalizza su un iconico cappello, il Borsalino. Più che un semplice accessorio, il Borsalino è veicolo simbolico: status symbol, oggetto dai potenti significati figurativi nella moda o nel cinema, elemento che contraddistingue non solo una scelta estetica nel vestire ma anche un way of life. La storia di Borsalino potrebbe essere tratta da un romanzo di Sveva Casati Modignani o da una di quelle saghe di avventure, amori, vita. Giuseppe Borsalino era un garzone di umili origini che alla fine dell’800 si spostò a Parigi dove per sette anni lavorò al cappellificio Bertelli in Rue du Temple, dove assunse la qualifica di Maestro cappellaio.

Tornato a casa, in Piemonte, aprì la propria fabbrica di cappelli nei pressi di Alessandria; a cavallo della Prima Guerra Mondiale, la domanda di cappelli era alle stelle: si cominciò con una produzione di 750.000 cappelli all’anno, che divennero 2 milioni proprio com la Grande Guerra, mentre l’impresa arrivava a 2500 dipendenti. Non male per un garzone! Nel 1897 Giuseppe Borsalino, che poi si mise in società col fratello Lazzaro, creò il prototipo che avrebbe fatto la sua fortuna: il cappello in feltro pregiato. Per realizzarlo c’era bisogno tassativamente di pelo di coniglio e questo incrementò notevolmente gli allevamenti nella zona.

Borsalino

Il Borsalino era stato progettato e pensato non a caso, ma con delle fossette subordinate al fatto che fosse fondamentale toglierselo in presenza di una donna. Il design innovativo e piacevole determinò il successo internazionale del Borsalino, che s’impose a Londra come must-have ma anche in Nord America. Nel 1905 l’azienda, che si era lanciata verso la capitalizzazione del mercato estero, divenne una SPA e poi affidò la cartellonistica pubblicitaria a Marcello Dudovich, che realizzò illustrazioni tuttora considerate delle opere d’arte. L’oggetto intanto viaggiava, si faceva conoscere per i tessuti pregiati e i significati sociali nell’indossarlo: addicted al modello erano star come Federico Fellini, Frank Sinatra o Humphrey Bogart.

Arrivò, qualche decennio dopo, anche nell’universo femminile dove si sposò con i nuovi trend androgini. Presente in innumerevoli film, Borsalino ha addirittura una pellicola che si chiama come lui, con Alain Delon e Jean-Paul Belmondo, una vera e propria storytelling ante-litteram. Borsalino ha visto declinare parte del suo successo dopo la Seconda Guerra Mondiale, con il rimpicciolimento dell’abitacolo delle auto e l’incorrere del boom e della società della fretta. Ma la maison non ha mai smesso di celebrare il proprio oggetto: nel 2007 ha festeggiato i suoi primi 150 anni a Milano e, per l’occasione, ha lanciato un’edizione limitata: 150 cappelli esclusivi.

Borsalino
Il film Borsalino

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