Questa settimana la rubrica Chicche di Stile si concentra su un elemento sofisticato quanto prezioso: il cammeo. Ecco la sua storia.
Questa settimana la nostra rubrica di stile si dedica alla storia di un gioiello raffinato quanto particolare: il cammeo. Avete presente cos’è il cammeo? Tecnicamente, consiste in un’incisione a forma di figura umana su una pietra stratificata come l’onice o la conciglia. Gli strati di due colori che compongono la pietra permettono di distinguere la figura in rilievo dallo sfondo.
CAMMEO: CENNI STORICI
Il cammeo ebbe il suo primo momento di splendore in età ellenistica, ma nelle civiltà etrusca e ionica sono riscontrabili cenni di questo tipo di arte nell’intarsio dei gioielli. Le figure scelte per essere scolpite nel cammeo erano generalmente personalità illustri o divinità, come Medusa. I cammei erano presenti nella cultura mesopotamica e persiana, nel mondo degli antichi Egizi, che avevano strumenti avanzati per praticare le incisioni, e in epoca romana. Successivamente tornarono in voga a metà degli anni 1000. Nel Rinascimento il cammeo divenne un’arte principalmente italiana, dove alcuni maestri si dedicarono alla creazione di gioielli splendidi e lussuosi; in seguito, parte della produzione si spostò in Austria e il cammeo rimase una sorta di retaggio turistico-culturale.
CAMMEO: DALLA REGINA AL POPOLO
Intorno al 1700 il cammeo si configurò come gioiello preferito delle regine britanniche, da Elisabetta I in poi. Nel periodo vittoriano era il gioiello più amato ed elegante, da vera gran dama. Il cammeo era talmente popolare che gli imitatori cominciarono a realizzarne copie di basso valore e il cammeo divenne un gioiello da popolo e, in seguito, venne incontro alle esigenze dei turisti che volevano portare a casa qualcosa che ricordasse l’artigianalità dell’Italia. Il cammeo ebbe poi due percorsi; proliferò nelle “imitazioni” e declinò come gioiello, rimanendo a far parte di una nicchia vintage.
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