Burberry ha deciso di bruciare 31 miolioni di euro di prodotti non venduti tra vestiti e accessori di lusso, per tutelare la “proprietà intellettuale” ed evitare vendita di contraffazione.
Burberry per tutelare la “proprietà intellettuale” dei suoi prodotti ed evitare la vendita contraffatta, ha preso una decisione shock. Il brand ha infatti bruciato letteralmente 31 milioni di euro di prodotti di lusso, tra abbigliamento e accessori non venduti e rimasti in magazzino. Il brand ha spiegato che ha preferito incenerire tutti gli avanzi e i vertici dell’azienda hanno giustificato l’azione dichiarando: “Abbiamo cura dei nostri processi di smaltimento prodotti, per ridurre al minimo le eccedenze di ciò che produciamo“.
Secondo quanto riportato dal Times infatti, questa non sarebbe la prima volta che il brand ricorre a questa soluzione estrema. Negli ultimi cinque anni, infatti Burberry avrebbe a più riprese fatto ricorso a questa pratica, bruciando capi per un valore complessivo di 90 milioni di sterline, che corrispondono a circa 100 milioni di euro.
Negli ultimi anni anche il brand svedese H&M ha ammesso di usare la stessa tecnica di smaltimento per tutelare “la proprietà intellettuale” delle loro creazioni e difendersi dalla vendita di contraffazioni o sottocosto. Ma questo ha provocato numerose proteste sia per lo spreco che per le conseguenze ambientali, ed infatti numerosi marchi sono stati denunciati da gruppi ecologisti.