Se questa è la premessa per la moda della notte degli Oscar, allora in quella magica serata, perlomeno per le prime due ore di red carpet, ci sarà da morire di noia: perché i look sfoggiati dalle star sul tappeto rosso dei Golden Globe non hanno certo brillato per originalità, freschezza ed eleganza. Persino “divine” come Halle Berry e Catherine Zeta-Jones hanno “toppato alla grande”. Modelli banali, fantasie poco adatte a un evento tanto glam, colori, come il verde smeraldo, da lasciare a casa quando si partecipa a una serata che, per importanza, viene chiamata “I PreOscar”
Perché una bellissima come Catherine Zeta-Jones ha deciso di fasciarsi in un abito verde smeraldo drappeggiato alla “bene e meglio” con un simil-ventaglio sul decolletè proprio non si capisce. Lei che ai passati Golden Globe ha infiammato la “Fashion Police” con ben altre mise. E perché Rachel Weitz si sia ricoperta di balze e volant neanche fosse a “La casa nella prateria” è un mistero.
Lo stilista della Zeta-Jones, Elie Saab, è un mito, ha fatto passare alla storia Halle Berry, con l’Oscar in mano, con un suo modello dal topo trasparente tempestato di fiori e una gonna drappeggiata bordeaux da sogno. E allora perché questa “architettura verde” intorno al corpo dell’attrice?
Non ha brillato nemmeno la venere nera del grande schermo Lupita Nyong’o, lei che aveva ammaliato il pubblico con abiti da sera sexy tempestati di perle e cristalli in colori come l’azzurro cielo. Stavolta ha scelto un modello di Calvin Klein, per carità, ma dritto come un fuso e pesante, per la sua figura, come un macigno.
Sull’outfit proposto invece dal Julia Roberts, meglio sorvolare. I pantaloni neri vanno bene per le cene eleganti, non per le passerelle. E quel top poi, attorcigliato al busto, con una mezza gonna a completare il tutto è da film dell’orrore, seppure di Stella McCartney. “Pantasuite”, l’hanno chiamato. Sono stati buoni.
Così come sono stati buoni quelli che hanno definito l’animalier lucido Elie Saab di Anne Hathaway solo “esagerato”. O il Ralph & Russo di Penelope Cruz “chiassoso”.
Qualcuno ha soprannominato Heidi Klum di Monique Lhullier vestita “la donzelletta che vien dalla campagna”? Ha fatto bene. Il suo corpino, sexy e trasparente, faceva “a cazzotti” con la gonna disseminata di grossi fiori. Tristezza per le “veterane” dei tappeti rossi Nicole Kidman, che sembrava nel suo Michael Kors attillatissimo più un formaggio svizzero, di quelli con sopra la pellicina rossa, che una diva, e Charlize Theron, banale nel suo Dior d’ordinanza bianco e nero.
Un brivido l’ha dato Lady Gaga col suo enorme e teatrale Valentino. che però addosso a lei, visto che la cantante ci ha abituato agli abiti di carne e roba simile, pareva qualcosa di troppo classico.
Il classico velo pietoso va obbligatoriamente steso, per amor di moda, su Lucy Liu, con indosso un abito-fumetto di Galia Lahav, Kate Mara, con un Miu Miu bellissimo ma che addosso le stava malissimo, e Halle Berry, purtroppo, in uno Zuhair Murad pasticciato nel tessuto e nelle linee.
Tanto di cappello, dulcis in fundo, allo splendido capo sfoggiato da Emily Blunt: un Alexander McQueen, non a caso.
E’ con animo colmo di incertezza che si attende il red carpet degli ormai prossimi Oscar.
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