Uno spettacolo dai toni ironici “I fiori di latte” quello che propone Biagio Izzo con la sua comicità napoletana, ma affrontando un tema serio è molto caldo al popolo partenopeo, quello della terra dei fuochi. Al centro dell’accesa discussione sul palco c’è l’ oro bianco, la mozzarella di bufala, balzata alle cronache giornalistiche sia nel bene che nel male. Uno spettacolo in due tempi, risate e tristezza insieme, sentimenti di amore e stima e allo stesso tempo odio e disprezzo, ma come sempre un buon finale che lascia il pubblico scatenarsi in applausi e apprezzamenti.
E’ in scena a Napoli al Teatro Cilea dal 28 febbraio al 10 marzo, addirittura con un doppio spettacolo sabato 9, pomeridiano e serale, la commedia di Biagio Izzo “ i fiori del latte” di Eduardo Tartaglia che evidentemente ha interpretata le parole di Eduardo De Filippo scrivendone la trama. De Filippo diceva “ se un’idea non ha significato e utilità non m’interessa lavorarci sopra”! In questa commedia si riesce a ridere affrontando un tema di grande attualità e riflessione sociale, quello della terra dei fuochi. Lo stesso Biagio Izzo ha detto “ il teatro non può risolvere i problemi ma può aiutare a metterli in evidenza” e quindi non abbandonarli nel dimenticatoio delle notizie. Nel cast Mario Porfirio, Angela De Matteo, Stefano Jotti, Stefano Meglio, Ivan Senin con la regia di Giuseppe Miale di Mauro.
La storia è ambientata in un caseifcio di prossima apertura che si trova in un paese inventato (Casal di sotto Scalo) in cui due cugini, Aniello e Costantino, dopo anni di sacrifici decidono d’investire tutti i loro risparmi in un’azienda che punta a diventare un modello biologico, un’oasi ecologica dove ogni prodotto è naturale, senza additivi chimici o altre diavolerie. Un caseifcio, insomma, che mira a diventare fore all’occhiello di una zona nota alle cronache per lo sversamento dei rifuti tossici. Purtroppo, però, alla vigilia dell’inaugurazione i due cugini scopriranno che sotto il recinto delle bufale ci sono dei bidoni sospetti che potrebbero rovinare il loro sogno biologico. Questa scoperta attanaglierà i due protagonisti in un vortice di dubbi. Cosa fare? Denunciare tutto e far chiudere l’azienda ancor prima che apra, oppure fare fnta di niente e continuare con questo spettro terribile che divora le loro coscienze? La forza di questa commedia sta proprio nella capacità di afrontare un tema così attuale e scottante mescolando sempre il divertimento e la comicità con la rifessione e il sociale, senza mai cadere in facili moralismi o in giudizi banali. La scrittura di Tartaglia riesce a smontare con grande ironia e forza comica la dolorosa scoperta di una vita avvelenata da scelte complicate. Con tutta la sincerità e la semplicità che ci regalano questi due “vaccari” napoletani alle prese con rimorsi di coscienza apparentemente insuperabili. Sarà l’arrivo di una donna (ex fdanzata di Aniello) che nasconde una notizia sconvolgente, a dare la forza per affrontare un destino più grande di loro e raccogliere i frutti che i due cugini hanno coltivato con onestà per una vita intera.
Le scenografie di Luigi Ferrigno ricostruiscono un laboratorio di un caseificio che si appresta alla certificazione biologica, divertente la mozzarella gigante di bufala che troneggia come la mela della Apple. Biagio Izzo nelle vesti del produttore di latte dice :-” le mie bufale fanno talmente un latte leggero che esce già parzialmente scremato!” E per esaltare le condizioni ottime di allevamento delle bufale urla al cugino che per le bufale è un albergo a 5 “zelle”, di bufale calme pacifiche e sorridenti.
Photo Credit VelvetMag