In questi giorni è stata inaugurata a Roma la mostra fotografica in onore a Gina Lollobrigida ma sono scoppiate le polemiche.
Si tratta di un’esplorazione dei ‘I mondi di Gina’, questo il nome dato all’iniziativa presso l’Istituto Centrale per la Grafica della Capitale, che si compie attraverso 120 fotografie che vedono protagonista la compianta diva italiana, provenienti dall’Archivio Luce di Cinecittà, dal Centro Sperimentale di Cinematografia e dal MuFoCo – Museo di Fotografia Contemporanea. Oltre alle immagini si potranno anche ammirare i suoi gioielli Bulgari e alcuni suoi meravigliosi abiti, che l’attrice ha indossato in alcune delle scene più importanti della sua carriera.
Gina Lollobrigida ci ha lasciati all’età di 95 anni a gennaio del 2023. La sua è stata una vita al massimo, vissuta tra le luci del successo, la fama e l’amore del pubblico. Un’artista completa, che non si è limitata solo ad esprimersi davanti alle macchine da presa ma anche dietro l’obiettivo di una macchina fotografica. La “Bersagliera” è stata anche un’apprezzata fotografa, oltre che cantante e scultrice.
Diventata, dagli anni Sessanta agli anni Settanta, una sex symbol a livello mondiale, Gina Lollobrigida, attraverso la sua lunga e brillante carriera, iniziata con la pellicola “La città si difende” di Pietro Germi e “Achtung banditi” di Carlo Lazzani, ha donato tesori di inestimabile valore alla storia cinematografica italiana, come per esempio, il suo primo grande successo del 1953 “Pane amore e fantasia” di Luigi Comencini. Dopo la sua morte è scoppiato un polverone a causa della sua eredità e in questi giorni sono tornate le ombre del suo passato a causa di ciò che è successo nel giorno dell’inaugurazione dell’esposizione.
Il magnifico tributo alla grande Gina Lollobrigida
Gina Lollobrigida ha lavorato con le stelle americane del calibro di Burt Lancaster e Frank Sinatra, ma anche John Huston e Robert Siodmak. Vestì i panni di Esmeralda, facendo coppia con Anthony Quinn ne Il gobbo di Notre Dame.
Per lei l’arte era vita e amava tantissimo la fotografia e la scultura. È autrice di alcuni ritratti di Indira Gandhi, Fidel Castro, Henry Kissinger, Maria Callas, Liza Minnelli. Gli ultimi anni della sua vita li dedicò alla passione per le opere in bronzo e in marmo. Il Presidente di Cinecittà S.p.A. Chiara Sbarigia, ha dichiarato che Gina Lollobrigida fu una “self made woman, una donna contemporanea, dalle mille sfaccettature e dalla creatività inesauribile, che già al culmine del suo successo negli anni Sessanta, prima in parallelo e poi lasciandosi alle spalle la recitazione, riprese la sua vena artistica e si volse alla fotografia, ricevendo molti premi e onorificenze”.
Il recente progetto in suo onore include altre iniziative, (una di queste sarà presente alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia), come una seconda esposizione fotografica che celebra Gina assieme ad un’altra attrice formidabile, Anna Magnani, una proiezione di un suo film restaurato oltre che la presentazione di un premio rivolto ai giovani talenti che si differenziano nel campo della moda, dell’arte, della fotografia e del design.
L’attrice non sarebbe stata felice di ciò che è successo alla mostra
Se da una parte la mostra dedicata a Gina Lollobrigida è stata accolta con entusiasmo da tutto il suo pubblico e dagli artisti in generale, dall’altra sta facendo tanto rumore per una cosa stridente che ha sollevato le polemiche.
Il motivo? A quanto pare le persone più vicine alla diva non hanno colto di buon grado la presenza di persone non gradite all’inaugurazione dell’esposizione. La sua cara amica, Cristina Garaffa, che è stata molto legata all’attrice per oltre 30 anni, si è definita allibita nell’apprendere che alla conferenza stampa di presentazione della mostra, erano presenti persone che lei non avrebbe mai voluto nel suo mondo. “Mi sembra di sentire il suo dolore, la sua solitudine davanti ad un figlio che si allea con un fantomatico marito, un figlio a cui non ha mai fatto mancare nulla”. Ha tuonato la donna.
La Garaffa si riferisce neanche troppo velatamente al figlio della Lollo, Milko Skofic che si è alleato con Xavier Rigau, colui che si è definito per un po’ di tempo il marito della “Lollo” che la stessa attrice non ha esitato a definire spesso pubblicamente “un mascalzone che dovrebbe passare il resto dei suoi giorni in galera”.
Una parentesi scottante della vita dell’attrice, molto battuta dai giornali. Come si legge sul Corriere della Sera, nel 2006 Gina Lollobrigida e Javier Rigau avevano annunciato di sposarsi a New York, ma quel matrimonio non si celebrò più. Si scoprirà poi che lui l’aveva sposata per procura, con l’attrice che ha subito negato di aver dato il suo consenso. A gennaio del 2019 ci sarà l’annullamento delle nozze, da parte di papa Francesco.
Le Istituzioni non dovevano invitarlo
“Invitare Rigau equivale a far rivoltare nella tomba la mia cara amica Gina e a farla morire una seconda volta“, continua l’amica Cristina Garaffa sfogandosi su FqMagazine e ricordando tutto quello che è accaduto con Rigau. Al contempo, sottolineando la dispensa papale del 19 gennaio 2019 firmata da papa Francesco dove spicca il “dissolutio vinculi”.
La donna ci tiene a mettere in chiaro che il matrimonio tra la Bersagliera e l’imprenditore spagnolo non è mai esistito perché non c’ è mai esistita una convivenza, i rapporti intimi e affettivi, nonché la mutua assistenza. Anche Luciano Capozzi, ex costumista dell’attrice, che conosceva da molti anni, ha fatto sentire la sua voce indignata: “Non mi capacito del fatto che un’iniziativa che avrebbe dovuto avere l’unico scopo di celebrare il grande talento di un’artista come la nostra cara Lollo possa diventare l’occasione per accendere i riflettori su persone che erano totalmente a lei invise”.
Il regista Giancarlo Planta si aggiunge al disappunto generale dichiarando che l’attrice stessa sarebbe inorridita se avesse saputo che le Istituzioni danno la possibilità, proprio durante ad un evento che la vede protagonista, la presenza di persone che lei non stimava e che non si sono mai curate di lei, della sua salute. Così come le Istituzioni non hanno invitato Andrea Piazzolla, l’assistente della Lollo, proprio per evitare le polemiche che si sono sollevate dopo la morte della diva a causa dell’eredità che vedono coinvolto l’ex factotum, come si legge su Il Fatto Quotidiano, allo stesso modo si doveva evitare la presenza di Javier Rigau.