Sul conto della moglie Francesca si sa poco, non ama mostrarsi in pubblico la moglie dello scrittore e opinionista Mauro Corona
Presenza fissa di Cartabianca seguirà Bianca Berlinguer nella sua prossima avventura a Mediaset, Mauro Corona è una tra le personalità più interessanti del piccolo schermo, soprattutto per le sue opinioni a volte scomode. Ha scritto diversi romanzi di successo come Aspro e dolce o Il volo della martora, è alpinista e scultore. Vive in Friuli-Venezia Giulia, in provincia di Pordenone, in un piccolo paesino circondato dalle montagne, ad Erto. Pochissimi abitanti e ritmi di vita diversi da quelli della città.
Lì può coltivare al meglio le proprie passioni, oltre all’amore per la moglie Francesca. I due si sono conosciuti proprio nel periodo in cui il montanaro decise di aprire un suo laboratorio di artigianato. È il nonno che gli ha insegnato a intagliare il legno e dopo il servizio militare volle mettersi in proprio. Dalla storia con la donna ha avuto quattro figli: Marianna, Matteo, Melissa e Martina. Dettagli sulla coppia sono difficili da reperire.
Sulla loro relazione hanno saputo tenere abilmente un velo di riservatezza, se non fosse per alcune dichiarazioni dello stesso Corona che hanno fatto discutere. Intervistato al celebre programma radiofonico La Zanzara, condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, aveva infatti raccontato di come sia per lui che per la moglie il tradimento non sia un tabù, non esiste gelosia alcuna ed entrambi sono liberi di incontrare chi vogliono.
La relazione aperta tra Mauro Corona e la moglie: “Non c’è gelosia tra noi”
Di lei non si sa molto anche perché si tiene ben lontana dalla luce dei riflettori, lascia che sia il marito ad apparire davanti alle telecamere. Giusto qualche scatto paparazzato qua e là ma niente di più; voci parlano di una donna bellissima ed elegante. Ciò che conosciamo della moglie Francesca proviene dalla testimonianza diretta dello scrittore, che ha parlato del loro rapporto in alcune interviste. I due hanno instaurato una relazione aperta, come ammesso dallo stesso Corona, all’interno della quale il tradimento non è mai stato fonte di litigio.
Non esistono segreti e lei è al corrente delle sue scappatelle. Nell’intervista rilasciata a La Zanzara aveva detto: “Tradisco mia moglie. La fedeltà è un concetto superato, se la trovo con un altro gli pago una birra. Non serve commettere omicidi, vada con chi vuole: non c’è gelosia”. Cerca di spassarsela per quanto possibile, mai con la stessa donna: “Non ho amanti fisse, più che altro occasionali. Faccio sesso due volte al mese, diciamo 24 volte all’anno. Con persone diverse perché con la stessa sarebbe impossibile”.
Infine la chiosa sui rimedi per sopperire a qualche disturbo dovuto all’età: “Sono gli ultimi colpi, me la godo. Con la pillolina si può fare, la prendono anche i giovani; anzi me le dessero gratis, se avete amici farmacisti fatemelo sapere. Fascino? Non sono interessante né bello ma sono noto quindi ‘prendo’ di più”. La sua fama di tombeur de femmes non è nuova ai figli che nonostante tutto hanno accettato la scelta dei genitori. A una in particolare Corona deve aver trasmesso i geni giusti, perché anche la sua Marianna ha deciso di prendere la penna in mano. Il motivo? La scoperta di essere affetta da un tumore.
Marianna Corona: “Scrivo per guarire. Mio padre? Con lui faccio fatica”
La primogenita ha seguito le orme del papà diventando scrittrice. Negli ultimi tempi ha dovuto affrontare un periodo complicato per via di un brutto male, l’ennesima difficoltà che Mauro Corona ha dovuto affrontare. “Mia figlia ha dovuto scrivere un libro per sopravvivere”, aveva ammesso ai microfoni del Corriere della Sera. Marianna infatti ha saputo trarre forza e vigore dall’ambiente circostante e dagli insegnamenti che la montagna le ha saputo dare, oltre che da sessioni di scrittura terapeutica.
È il raccontare che l’ha fatta rinascere. Nell’opera Fiorire tra le rocce ha ripercorso le tappe che l’hanno portata alla guarigione. Queste le sue parole: “Il tumore mi aveva creato un disagio interiore, ne sono uscita pian piano. Sono tornata a considerare il corpo che sentivo distante, quasi repellente”. Le energie necessarie non ha dovuto cercarle poi tanto, le aveva già dentro di sé: “”Noi montanari cresciamo con l’insegnamento che bisogna essere sempre duri e forti. Come la montagna. È un immaginario che tempra. Prima della malattia mi sentivo forte, una forza che mi veniva da questo paradigma. Invece mi trovai fragile”.
Con il padre scrittore, e la sua eredità letteraria, ha un rapporto un po’ anomalo: “Mi ha detto di avermi conosciuta più attraverso il libro che in tutta la vita. Sapeva che ci stavo lavorando, restavo sul vago. Poi abbiamo iniziato a comunicare davvero, ci raccontiamo i sentimenti attraverso gli sms, a voce non riusciamo a gestire la nostra emotività”.