Paolo Crepet spiega perché arrangiarsi fa (veramente) bene: perché quasta parola non ha più un significato negativo

Lo psichiatra Paolo Crepet, ritiene che l’arte di arrangiarsi sia foriera di insegnamenti, soprattutto per i più giovani.

Per Paolo Crepet, è necessario attingere da questa modalità di approccio alla vita perché ha in sé una forte valenza educativa. Lo psichiatra e sociologo ha esplicitato la sua teoria, sollevando accese discussioni in merito. Da una parte c’è chi ritiene il suo intervento proficuo e da seguire come un monito, mentre dall’altra, c’è chi sostiene che arrangiarsi non debba essere una prerogativa di nessun individuo, specie dei più giovani.

Per comprendere al meglio le sfaccettature del complesso pensiero del professionista è necessario andare in là nel tempo, quando arrangiarsi era considerata un’azione dignitosa, un sintomo di creatività, ingegno, forza e determinazione a fronte di situazioni di vita spiacevoli e difficili. In un contesto come quello odierno, nel quale soprattutto gli adolescenti vengono troppo spesso viziati, la conseguenza è che i giovani-adulti risultino essere poco propensi al sacrificio e poco inclini a sviluppare capacità di risoluzione dei problemi.

Paolo Crepet, la sua arte di arrangiarsi ha spaccato l’opinione pubblica a metà

Per questo motivo lo psichiatra ritiene che recuperare l’arte di arrangiarsi possa essere proficuo per indurre le nuove generazioni a comprendere il valore del sacrificio. Il termine di fatto sta ad indicare l’arte di escogitare una strategia, una modalità di risoluzione dei problemi in modo autonomo ed indipendente per cui secondo l’esperto, dire al proprio figlio: “arrangiati” non significa negargli l’ausilio o il supporto, ma aiutarlo a crescere.

D’altronde un adulto, è soltanto colui che riesce ad organizzare i propri impegni autonomamente, riuscendo a gestire anche gli imprevisti grazie alle capacità di problem solving acquisite nel corso degli anni con le esperienze.

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Paolo Crepet, la sua teoria ha trovato consensi e critiche
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(Fonte Ansa)

Se infatti un giovane uomo o una giovane donna possono contare in ogni caso, sull’ausilio incondizionato dei genitori, c’è il rischio che queste capacità non vengano coltivate e che le nuove generazioni non sappiano affrontare le piccole e grandi sfide quotidiane, alimentando il senso di frustrazione e di inadeguatezza.

Gli utenti si sono letteralmente divisi a metà, da una parte c’è chi ha sostenuto caldamente la sua tesi, dall’altra chi ha tacciato questa teoria come pericolosa, perché potrebbe indurre i genitori a voltarsi dall’altra parte dinanzi ai problemi dei propri figli, in realtà a ben vedere, le parole dello psichiatra sono chiare.

La teoria dell’arte di arrangiarsi si traduce in una strategia educativa e di crescita, molto lontana dunque dall’abbandonare i figli a se stessi. E infatti, lo psichiatra ha scritto: “Arrangiati, vuol dire ti guardo mentre cerchi una soluzione, perché so, che da solo ce la fai”.

Dunque, nella sua teoria si evince tutta la vicinanza, il sostegno e la comprensione che un genitore dovrebbe sempre dare ai propri figli, ma anche la necessità che questi diventino degli individui in grado di discernere autonomamente ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.