Mangiare pasta tutti i giorni: fa male? In questo articolo vi spieghiamo quali sono gli effetti del consumo di pasta sul vostro corpo
La pasta, alimento simbolo della dieta mediterranea, è amata in tutto il mondo nelle sue infinite varianti: al sugo di pomodoro, alla bolognese, al pesto. La sua fama di piatto buono, economico e facile da preparare la rende una scelta frequente per molti che si chiedono se sia possibile consumarla quotidianamente senza effetti negativi sulla salute o sul girovita.
I carboidrati sono essenziali per il nostro corpo tanto quanto la benzina lo è per un’auto. Forniscono l’energia necessaria a svolgere le attività quotidiane in modo efficiente e senza produrre scarti nocivi come avviene invece con le proteine. La pasta, ricca di vitamina B, magnesio e triptofano – precursore della serotonina e della melatonina – contribuisce alla crescita muscolare e mantiene alto il metabolismo.
Nonostante sia possibile includere la pasta nel menù giornaliero, è cruciale monitorare le porzioni. Secondo Faïza Bossy, nutrizionista intervistata da Madame Figaro, la dose consigliata su molte confezioni è adatta a una persona di 70 chili ma dovrebbe essere ridotta per pesi inferiori. Un equilibrio tra alimenti amidacei, proteine e verdure nel piatto aiuta a mantenere una dieta bilanciata.
Parola d’ordine: varietà! Come alternare e come cucinare la pasta
La varietà nella scelta della pasta può fare la differenza: tipologie meno raffinate o arricchite di fibre come quella integrale hanno un impatto minore sui livelli di zucchero nel sangue grazie al loro indice glicemico moderato.
La cottura “al dente” favorisce una minore assimilazione dei carboidrati sotto forma di zuccheri semplici. Inoltre, esplorare alternative come la pasta di legumi può arricchire la dieta con nuovi sapori e benefici nutrizionali.
In conclusione, mangiare pasta tutti i giorni può essere parte di uno stile alimentare sano ed equilibrato se si presta attenzione alle quantità consumate e si varia tra i diversi tipi disponibili sul mercato.
