Ci sono le nuove collezioni e poi c’è la cultura del riuso dei vestiti vecchi che aiuta l’ambiente e ha vantaggi immediati per la clientela. Il fenomeno del “riciclo” si sta diffondendo sempre di più e sta coinvolgendo alcune delle più grandi nonché amate catene di abbigliamento low cost per tutta la famiglia. In Danimarca è stato addirittura indetto un festival dedicato, il Copenaghen Fashion Summit.
Leader del riuso degli abiti usati è – come in molti sanno – H&M che, ormai da diverse stagioni, ripropone il suo progetto di riciclo. Proprio a tal proposito il brand svedese ha realizzato, alcuni mesi fa, un video dal titolo “The Breakup“ che sponsorizza l’iniziativa Garment Collecting Project, la quale permette – di rendere negli store ufficiali i capi non più utilizzati, di qualunque marca e in qualunque stato, con un aiuto determinante per l’energia ambientale e con una immediata convenienza per tutti: consegnando un sacchetto di abiti usati a H&M si avrà diritto, infatti, a un buono di 5 euro da poter spendere su un acquisto minimo di 40 euro.
Nessuno degli indumenti riconsegnati da H&M finisce nella pattumiera: i capi in miglior stato vengono riutilizzati, quelli in condizioni peggiori vengono riciclati e quelli in pessimo stato vengono selezionati per produrre energia. H&M ha lanciato l’iniziativa nella primavera del 2013, il successo è stato immediato (con oltre 5mila tonnellate di vestiti raccolti), i clienti – insomma – hanno apprezzato la volontà dell’azienda low cost di non sprecare e la scorsa estate è uscita la prima collezione “riciclata”.
Forse anche in seguito al successo ottenuto da H&M, altre grandi aziende si sono mosse per rendere possibile questo iter nei loro store. Ovs – ad esempio – ha proposto un’iniziativa simile ai suoi clienti: “Porta i tuoi vecchi abiti in uno degli store Ovs aderenti all’iniziativa – almeno 2-3 capi a testa tra abbigliamento maschile e femminile, scarpe, intimo e accessori – e riceverai un buono sconto di 5 euro“, da poter spendere sulle nuove collezioni per un acquisto minimo di 40 euro.
Il progetto di Ovs è stato realizzato in collaborazione con I:Co (azienda specializzata nel riciclo dei prodotti tessili), protagonista anche dell’iniziativa “Riciclare conviene” promossa da Intimissimi e della quale vi abbiamo già parlato alcune settimane fa (leggi qui tutti i dettagli).
La tecnica del riuso sembra attrarre, inoltre, anche le grandi maison: è il caso, ad esempio, di Ilaria Venturini Fendi che dopo anni nella prestigiosa azienda di famiglia si è appassionata delle questioni ecologiche e umanitarie e ha lanciato il brand Carmina Campus (alla fine del 2006), proprio per recuperare materiale dimenticato. Insomma: il futuro della moda sta nel riciclo degli indumenti usati? Metti la crisi, metti il reale risparmio e i molteplici vantaggi per l’ambiente e per il cliente, potrebbe essere proprio così.
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