#BoycottDolceGabbana: giusto attaccare l’azienda per idee che esulano dalla moda?

Non mi convincono i figli della chimica, i bambini sintetici, uteri in affitto, semi scelti da un catalogo“. Sono le parole di Domenico Dolce in merito alla questione “figli in provetta”. È bastata una dichiarazione per scatenare il web e tutto lo star system che vi gira intorno. Un tema delicato che riguarda scelte di vita, senso paterno, appartenenza alla famiglia. Lo stilista del duo glam Dolce&Gabbana si è visto buttare addosso secchiate gelate di critiche e sgambetti: c’è chi giura che non indosserà mai più un loro capo.

La polemica è diventata ancor più virale nel momento in cui Elton John ha lanciato dal suo account l’hashtag #boycottDolceGabbana. Il cantante, infatti, ha insieme al marito David Furnish due figli ottenuti con la fecondazione in vitro: “Come vi permettete di dire che i miei meravigliosi figli sono sintetici?” ha cinguettato Elton. Courtney Love ha dichiarato di bruciare tutti i vestiti Dolce&Gabbana, la tennista Martina Navratilova di raccoglierli e buttarli nel primo bidone. È vero che il ferro di diritti, unioni gay e adozioni è sempre bollente, ma è anche vero che il vento non soffia per tutti nella stessa direzione.

Domenico Dolce e Stefano Gabbana non hanno mai nascosto la loro idea di famiglia “tradizionale”. Anzi. L’hanno persino portata in passerella prima con la #DGfamily e poi con la #DGmamma che ha visto sfilare Bianca Balti col pancione. Ed è proprio il valore che Domenico Dolce ha continuato a difendere in seguito alle accuse e al lancio dell’hashtag: “Sono siciliano e sono cresciuto con un modello di famiglia tradizionale, fatto di mamma, papà e figli. So che esistono altre realtà ed è giusto che esistano, ma nella mia visione questo è quello che mi è stato trasmesso, e con questi i valori dell’amore e della famiglia. Io sono cresciuto così, ma questo non vuol dire che non approvi altre scelte. Ho parlato per me, senza giudicare le decisioni altrui”.

Da un parere personale ad una guerra ad una casa di moda. Un hashtag può avere davvero la forza di cambiare le sorti di un’azienda? Questa polemica ha un po’ di note stonate, nonostante veda tra i protagonisti un cantante. Elton John, tra l’altro, ha anche commentato: “Il vostro pensiero arcaico è fuori tempo: proprio come le vostre creazioni di moda”. In pace siamo tutti amici, è in guerra che si riconoscono i “nemici”. L’ultima sfilata di Dolce&Gabbana è stata un trionfo: applausi a scena aperta all’idea di portare in passerella un valore, un’idea, un modo di vivere la famiglia. Allora nessuno ha alzato la voce imputando agli stilisti di proporre un modello arcaico di famiglia. Forse si potevano trovare parole diverse di “bambini sintetici”… #boycottDolceGabbana può anche fare trend su twitter ma restano in tanti a far notare che, prima di boicottare un abito Dolce&Gabbana bisogna poterselo permettere!

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