In questi giorni sul web non si fa che parlare della nuova campagna pubblicitaria di Lush, brand australiano di cosmetici, dal titolo Go Naked. Un nome, un programma. Nelle immagini sono raffigurate quattro donne completamente nude di spalle con cellulite e corpi non proprio perfetti. Sono delle donne reali. Così come i prodotti che vuole pubblicizzare il marchio. Peccato però che alcuni abbiano segnalato le foto come di cattivo gusto, offensive e non adatte ai bambini. Lush ha risposto prontamente alle accuse: “Le donne raffigurare sono parte del nostro gruppo che hanno creduto nell’idea. Gli scatti non sono stati modificati perché pensiamo che non bisogna vergognarci dei nostri corpi come sono al naturale, perché ognuno di noi è bello nella sua diversità“. Al giorno d’oggi si parla tanto delle cosiddette forme morbide e dei loro riconoscimenti nel mondo del fashion system. In realtà non sembra che tutti la pensino nello stesso modo. Sembra assurdo, eppure è così.
Al contrario sarebbe più consono scandalizzarsi quando c’è il problema inverso. Proprio recentemente è finito sotto accusa Victoria’s Secret (e non solo per l’eccessivo utilizzo di Photoshop nelle immagini promozionali che ha causato il “tragico” errore di condividere sui social network la foto di una modella con una natica sola): le fanciulle che sfilano per il marchio devono seguire una dieta ferrea, al limite dell’impossibile. Chi bella vuole apparire, un po’ deve soffrire? Forse però è troppo. Prima di andare in passerella le protagoniste devono bere almeno un litro d’acqua al giorno e mangiare solo verdure e proteine magre, quindi uova polverizzate, due fette di tacchino (rigorosamente scondite), frullati, albume d’uovo e yogurt scremato. Senza dimenticare i numerosi allenamenti ed i continui controlli dal nutrizionista per misurare il livello di massa muscolare, di grasso e di ritenzione idrica (che deve essere assente totalmente il giorno dello show). Non sarebbe meglio preoccuparsi di questi problemi piuttosto che di altri?
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